Economia
Commercio extra-Ue, Istat: giugno in disavanzo ma l’export tiene
Di Giampiero Cinelli
Compriamo più di quanto vendiamo fuori dall’Unione Europea, ci dice l’Istat. A giugno 2022 si stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue a 27, un forte aumento congiunturale per le importazioni (+8,6%) e una lieve flessione per le esportazioni (-1,5%).
La diminuzione su base mensile dell’export è dovuta soprattutto al calo delle vendite di beni strumentali (-6,3%). Risultano in calo anche le esportazioni di beni intermedi e beni di consumo durevoli (per entrambi -1,7%). Dal lato dell’import, l’aumento congiunturale è determinato principalmente dai maggiori acquisti di energia (+15,3%) e beni strumentali (+10,1%). Diminuiscono le importazioni di beni di consumo durevoli (-1,0%). L’incremento dell’import energetico potrebbe essere legato all’esigenza di raggiungere un buono stoccaggio in previsione dell’inverno e soprattutto dell’incertezza nel rapporto con il nostro principale fornitore, la Russia.
Nel secondo trimestre, rispetto al trimestre precedente, l’export cresce del 6,8%. L’aumento, diffuso a tutti i raggruppamenti, è molto sostenuto sempre per l’energia (+64,8%). Nello stesso periodo, l’import segna un rialzo congiunturale del 15,0%.
Nel mese scorso, l’export cresce su base annua del 21,0% (era +26,1% a maggio). L’aumento, generalizzato, è particolarmente accentuato per energia (+147,6%). Tuttavia l’import registra una crescita su base annua molto più intensa per motivi analoghi (+73,7%). Anch’essa estesa a tutti i raggruppamenti e notevolmente elevata per energia (+215,1%).
A giugno 2022 il disavanzo commerciale con i paesi extra Ue è pari a 2.815 milioni, a fronte di un avanzo di 4.802 milioni dello stesso mese del 2021. Il deficit energetico raggiunge i 9.080 milioni (era pari a 2.727 milioni un anno prima). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, seppur ampio, si riduce: da 7.529 milioni per giugno 2021 a 6.265 milioni per giugno 2022.
Sempre nel mese scorso, si rilevano aumenti su base annua dell’export verso quasi tutti i principali paesi partner extra Ue. I più ampi riguardano Turchia (+87,4%), paesi Opec (+41,7%) e Stati Uniti (+25,3%). Le vendite verso la Russia (-19,1%) si confermano in decisa flessione.
Gli acquisti da India (+129,3%), Russia (+120,0%), paesi Opec (+93,5%) e Cina (+85,5%) registrano incrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni dai paesi extra Ue a 27.
L’Istituto Nazionale di Statistica ha così commentato i dati riportati: «Dopo gli aumenti dei cinque mesi precedenti, a giugno 2022 si registra un lieve calo congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue, che risulta comunque condizionato da operazioni occasionali di elevato impatto (cantieristica navale) registrate a maggio, al netto delle quali il calo si riduce a un modesto -0,1%. Nel secondo trimestre, la dinamica congiunturale è molto positiva. Su base annua, la crescita delle esportazioni resta molto sostenuta, sebbene in rallentamento, ed è spiegata per circa un terzo dalle maggiori vendite di beni di consumo non durevoli. In ulteriore accelerazione la crescita dell’import cui contribuisce per quasi due terzi l’aumento degli acquisti di prodotti energetici. Il deficit energetico si amplia e supera nei primi sei mesi dell’anno i 48 miliardi. Nello stesso periodo il deficit commerciale raggiunge i 12 miliardi, a fronte di un avanzo di oltre 25 miliardi dei primi sei mesi del 2021».