Economia

Dalla Russia con amore. Crescono i flussi commerciali tra Pechino e Mosca

17
Maggio 2024
Di Giuliana Mastri

Lo scoppio del conflitto ucraino avrebbe portato la Russia nelle braccia della Cina. Lo si è detto più volte e così è successo. Lo testimonia non solo l’attuale visita di Putin a Pechino – oggi ultimo giorno di soggiorno per il leader russo nella nazione asiatica – ma i dati sullo scambio commerciale. La Cina importa il triplo dalla Russia rispetto a 10 anni fa (129 miliardi del 2023 contro i “soli” 42 del 2014). Anche Mosca, complici le sanzioni occidentali, conta su Pechino, soprattutto per finanziare la propria industria bellica (40 miliardi in più dal 2022). Nei primi anni del Repubblica Popolare era Mosca a tendere la mano al dragone, oggi sembra che il rapporto si sia invertito (dati Unctad). Nel 2023 gli scambi bilaterali hanno raggiunto i 240 miliardi di dollari. Un aumento del 60% dopo lo scoppio della guerra, del 28% se si considera solo l’ultimo anno.

Altro aspetto importante è il sempre maggiore uso dello yuan, la valuta cinese, da parte della Russia rispetto a dollaro ed euro. Nella borsa di Mosca gli scambi in yuan sono oggi un terzo del totale. A dicembre scorso, il 35,8% dell’export russo è stato pagato in yuan, insieme al 37% dell’import, secondo un’analisi firmata da Alexandra Prokopenko, Alexander Kolyandr e Denis Kasyanchuk per The Bell.

Incrementato anche il flusso di petrolio. La Cina e l’India hanno intensificato le acquisizioni di petrolio e gas russo a prezzi scontati. Nel 2023, la Russia ha spedito in Cina la cifra record di 107,02 milioni di tonnellate di greggio, pari a 2,14 milioni di barili al giorno. Un aumento del 24,1% rispetto al 2022. Rispetto alle importazioni di gas, gli sforzi di Putin sono protesi alla realizzazione del “Forza della Siberia 2”, il mega gasdotto che attraverso la Mongolia dovrebbe portare 50 miliardi di metri cubi di gas russo in Cina all’anno. Pechino però su questo è cauta, continuando però a sfruttare lo sbocco russo per le esportazioni di materie prime e prodotti industriali finiti, oltre che di beni di primo consumo e macchina industriali. Da considerare anche il boom di vendite di auto elettriche cinesi in Russia. Mosca non può più trascurare la Cina, anche se ad oggi questo stato di cose sembra andare bene a entrambi i Paesi, pur di delineare quello che loro chiamano “mondo multipolare”, finalmente scevro dalla dominanza occidentale.