Economia
Cesi lancia la divisione Space, investimenti per 20 milioni nell’energia per lo spazio
Di Ilaria Donatio
Cesi – Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano – ha inaugurato oggi, alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, la nuova linea di produzione di celle solari nei suoi laboratori di Milano, per rafforzarsi nel settore dell’energia per lo spazio. Il Gruppo ha anche lanciato Cesi Space, la nuova unità di business dedicata interamente al settore spaziale.
Cesi: frontiera dell’innovazione nel settore elettrico
Con un investimento di 20 milioni di euro – per più di un terzo provenienti dal modello di Partenariato Pubblico-Privato (Ppp) previsto dal programma Space Factory 4.0 relativo al Pnrr dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) – e più di 60 tecnici altamente specializzati (30 nuovi assunti), la nuova linea di produzione consente un incremento della capacità produttiva del 200%. Questo grazie all’introduzione di cinque nuovi evaporatori e di un nuovo reattore Mocvd (Metal-Organic Chemical Vapor Deposition), per la crescita controllata di semiconduttori avanzati.
Con oltre 200.000 celle già realizzate, per più di 100 satelliti, “Cesi è tra i principali produttori al mondo di celle solari per applicazioni spaziali civili e l’unica con azionariato totalmente europeo, in particolare italiano”, spiega il comunicato. Le celle solari Cesi Space, a tripla giunzione, con tecnologia proprietaria brevettata made in Italy, raggiungono un livello di efficienza superiore al 30%, anche negli ambienti più ostili.
“In Cesi siamo da sempre alla frontiera dell’innovazione nel settore elettrico, testando nuove tecnologie e sviluppando nuove competenze. Oggi questa frontiera si trova nello spazio e anche lì siamo presenti, da protagonisti”, ha dichiarato Nicola Melchiotti, a.d. di Cesi. Che durante il punto stampa per il lancio della nuova divisione, ha chiarito come Cesi Space, la nuova unità di business dedicata allo spazio della società, abbia “una meta di 30 milioni di euro di ricavi” nei prossimi anni.
Urso, Italia tra i leader mondiali, pronti per grandi avventure
“Un’altra Space factory realizzata con risorse del Pnrr, come quelle inaugurate a Torino, Roma e a breve anche in Puglia. Punte di eccellenza di quella Space economy di cui l’Italia è tra i leader globali, come dimostra anche quello che viene realizzato qui: le celle che sono utilizzate anche per le grandi costellazioni satellitari”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a margine della visita al CESI.
“L’Italia è sempre stato un grande attore: il terzo Paese al mondo dopo Usa e Unione Sovietica a lanciare un vettore nello Spazio. Siamo quindi predisposti alle grandi avventure dell’umanità, anche a quella che ci vedrà partecipi in modo chiaro e netto per quanto riguarda le nuove missioni sulla Luna e poi per l’affascinante colonizzare Marte. L’Italia oggi è il primo Paese in Europa ad avere realizzato una legge nazionale sullo Spazio che regolamenta in maniera compiuta anche l’attività dei privati e incentiva le Pmi. Siamo all’avanguardia e affermiamo sempre più un ruolo di protagonisti in Europa”.
Dazi: Urso, preoccupati da escalation, Ue deve agire non solo reagire
E rispondendo ai giornalisti sui dazi americani a margine della visita al Cesi, Urso ha sottolineato che “le prime misure americane colpiscono il settore dell’acciaio e dell’alluminio. Un settore in cui noi abbiamo una produzione significativa ma gli Usa non sono un grande mercato per questi prodotti. In generale però siamo preoccupati di un’escalation, di una guerra commerciale, che dividerebbe l’Occidente mentre noi dobbiamo unire l’Occidente per fronteggiare le crisi che abbiamo davanti a noi”.
Se è vero che nella siderurgia non ci si aspetta grandi contraccolpi, “la moda è negli Usa uno dei comparti più significativi delle nostre esportazioni. Anche se credo che il consumatore americano non voglia rinunciare ai prodotti più belli del mondo: abbiamo chiesto alla Commissione risposte adeguate e nel contempo di agire, non solo di reagire. Di agire – ha osservato – con una politica industriale che renda competitive le nostre imprese anche a fronte di una guerra commerciale che potrebbe propagarsi in altri continenti”.
