Economia

Casa, in Europa si preferisce comprare, nel nord un po’ meno

27
Febbraio 2025
Di Giampiero Cinelli

Il tema della casa in Europa e non solo ha grande rilevanza. Ma prima ancora della questione dell’accesso e dei costi, colpisce certamente notare le differenti scelte di vita in relazione all’abitazione che fanno i cittadini europei. Ad esempio nel Nord Europa, come Danimarca e Austria, la quota delle case in affitto è maggiore che nell’est Europa, dove invece si compra casa quasi sempre. Le due variabili sono in parte correlate al reddito e anche questo è un indizio importante. Sembra emergere, in definitiva, che per gli individui con remunerazioni alte sia più attrattiva l’idea di stare in affitto, investendo in altro modo i risparmi, mentre chi può contare su stipendi più bassi tende a vedere la casa come un asset su cui poggiarsi ed eventualmente da mettere a rendita.

Secondo i dati Eurostat più recenti sull’housing, la percentuale di famiglie che vive in case di proprietà è il 69%, mentre quelle in affitto sono il 31%. L’Italia si posiziona sopra la media Europea con un 75,2%, contro il 24,8% di affittuari. In Germania invece sono maggiori i locatari (52,4%), mentre i proprietari sono il 47,6%. Rapporto di circa 63% contro 36% a favore dei proprietari in Francia, in Spagna invece prevalgono i proprietari con percentuali analoghe all’Italia. Le percentuali più alte di case di proprietà ravvisate in Romania, Slovacchia, Croazia e Ungheria.

Più della metà della popolazione Ue vive in una casa (51,7%) mentre il 47,7% in appartamento. Lo 0,6% in altri tipi di abitazioni. La media è di 1,6 stanze per persona. la media più alta di camere per persona si raggiunge a Malta, Lussemburgo e Norvegia (rispettivamente 2,2 e 2,1). Quante persone in media ci vivono? In Ue la media è 2,3, con picchi in Slovacchia, Polonia e Svizzera. In Italia la media è 2.2.

C’è poi il tema della sotto-occupazione delle residenze. Una casa è considerata sottooccupata quando risulta più ampia rispetto alle effettive necessità della famiglia che vi risiede. Questo fenomeno si verifica spesso quando le persone anziane o le coppie continuano a vivere nella stessa abitazione anche dopo che i figli sono diventati indipendenti e hanno lasciato il nucleo familiare.

Nel 2023, nell’Unione Europea, il 33,3% della popolazione viveva in abitazioni sottooccupate, una percentuale rimasta pressoché invariata dal 2010. I Paesi con il maggior numero di case poco occupate sono stati Cipro (71,3%), Malta (69,2%) e Irlanda (66,0%), mentre le percentuali più basse si sono registrate in Romania (7,2%), Lettonia (9,8%) e Grecia (12,3%).

La qualità dell’abitare non dipende solo dal numero di persone che vivono in una casa, ma anche dalle condizioni strutturali dell’abitazione. Elementi come un adeguato riscaldamento, l’assenza di infiltrazioni dal tetto, pareti e pavimenti asciutti e la mancanza di marciume nei telai delle finestre o nei pavimenti sono fattori fondamentali per garantire un ambiente confortevole.

Nell’Unione Europea, il 10,6% della popolazione non era in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione. I Paesi con le percentuali più elevate di persone in questa condizione erano Spagna e Portogallo (entrambi al 20,8%) e Bulgaria (20,7%), mentre le quote più basse si registravano in Lussemburgo (2,1%), Finlandia (2,6%) e Slovenia (3,6%).

Sempre nel 2023, il 15,5% della popolazione dell’UE ha affrontato problemi strutturali come tetti che perdono, umidità nei muri, nei pavimenti o nelle fondamenta, o marciume nei telai delle finestre. Le incidenze più alte si sono riscontrate a Cipro (31,6%), Portogallo (29,0%) e Spagna (23,0%).