Economia
Carburanti, alimentari e voli, l’estate dei rincari
Di Giuliana Mastri
Da oggi il prezzo medio regionale del carburante dovrà essere esposto sul cartello delle stazioni di riferimento, assieme al prezzo praticato dai singoli rivenditori. E giusto ieri, «In merito a notizie di stampa relative a casi isolati di stazioni di rifornimento lungo la rete autostradale in cui sono stati rilevati prezzi limite a 2,5 euro al litro per la benzina senza piombo in modalità servito – riporta una nota ministeriale –, si precisa che i prezzi medi nazionali del gasolio e della benzina sono ben al di sotto dei 2 euro al litro, come rilevato dall’elaborazione effettuata dall’Osservatorio prezzi carburanti del Mimit».
Perché il caro benzina
Le istituzioni ancora fanno fatica a controllare i prezzi di mercato in vari settori, anzi in questo periodo estivo si stanno registrando diversi rincari. Certamente per quanto riguarda i carburanti, che si posizionano a valori medi di 1,89 euro al litro per la benzina e di 1,74 euro al litro per il gasolio. Questi soni i prezzi medi, non i picchi, tuttavia anch’essi da non sottovalutare. «Sappiamo bene che i prezzi a 2,5 euro al litro sono casi limite – ha osservato il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – ma non è certo questo il problema. La questione principale è la forte salita dei listini in occasione delle partenze estive degli italiani».
«L’attuale crescita del prezzo medio, di circa 0,03 euro al litro nella scorsa settimana – ha comunicato il ministero delle Imprese – è determinata da quanto si sta osservando nei mercati internazionali, a causa dell’aumento delle quotazioni sia del petrolio sia dei prodotti raffinati». Secondo l’Unem, l’Associazione delle imprese che della raffinazione, della logistica e della distribuzione di prodotti petroliferi, «Negli ultimi 10-15 giorni ci sono stati nuovi aumenti per una serie di motivi contingenti, come i cali ripetuti nelle scorte Usa, la fermata di alcune raffinerie in Europa, la domanda abbastanza sostenuta, fattori che hanno alimentato la tensione sui mercati spot, con quotazioni internazionali cresciute di 6-7 centesimi mentre i nostri prezzi industriali sono aumentati di meno della metà. Infatti il prezzo industriale va meglio, che si attesta (alla pompa al netto delle accise) inferiore di 4-5 centesimi rispetto a Francia e Germania.
Voli turistici
Non solo idrocarburi. Rincarano anche i costi dei voli domestici e i pacchetti turistici nazionali. L’aumento del prezzo medio dei voli in Italia è del 40% rispetto al 2022, con vette superiori al 70% in alcune tratte, in particolare verso le isole (Sicilia e Sardegna). Le compagnie aeree lo motivano con il caro-cherosene, considerando probabilmente anche una domanda eccedente l’offerta.
Evidente anche la salita dei prezzi delle vacanze. Come rileva l’Istituto Demoskopika, nel 2023 i prezzi nel turismo saliranno dell’8,9% rispetto all’anno precedente con un differenziale pari +3,3 punti percentuali rispetto all’inflazione acquisita per l’indice generale calcolato dall’Istat al 5,6 per cento. Significa che l’inflazione nel turismo sale al doppio della velocità rispetto all’aumento della vita. Secondo Demoskopika oltre al trasporto aereo (+23,5%), pesano i pacchetti vacanza (+17,7%) e gli alloggi (+12,8%).
Il carrello della spesa
Ma forse a preoccupare più di tutto è l’inflazione del carrello. Vediamo infatti che, sebbene l’inflazione stia scendendo e oscilli ora tra un 6,5 e un 6%, i prezzi dei generi alimentari sono ancora sulla soglia del 10%. Si prevede un +11% su anno. Anche le bevande analcoliche diventano sempre più dispendiose. La pasta, da giugno 2022 a giugno di quest’anno costa il 6% in più secondo dati di Altroconsumo. Dal 2021 siamo al +32%. Forse durante le vacanze si rinuncerà spesso anche a uno dei piatti più graditi.