Economia

Borse, male il Tech Usa. In Ue c’è speranza sul taglio dei tassi

22
Aprile 2024
Di Giampiero Cinelli

L’apertura delle borse questo lunedì conferma il clima generale di incertezza, ma fa presagire anche prospettive interessanti sulle politiche dei tassi d’interesse. Alti e bassi sui mercati europei, con Londra vicino al +1%; l’Italia al momento in negativo ma con lo spread che cala per via della conferma del rating due giorni fa da parte di S&P. Male invece Wall Street, con il Nasdaq e l’S&P 500 in rosso. Pesa la flessione dei titoli tecnologici. Nvidia e Netflix, stamane ancora in perdita, la scorsa settimana hanno perso rispettivamente il 10% e il 9,1%.

Il motivo secondo gli analisti è riconducibile ai dati sull’inflazione Usa, che spinge gli investitori a muovere il mercato in previsione di non buoni guadagni. Attualmente in Usa il dato annuale sull’aumento dei prezzi è 3,5% (ultimo calcolo marzo), livello al di sopra del target della Fed che probabilmente non consentirà alla Banca Centrale americana di tagliare i tassi di interesse, ora al 5,25 e 5,50%. Anche se non è escluso lo si faccia entro l’anno. Ciò nonostante le materie prime non stiano salendo molto alla luce delle tensioni in Medioriente che coinvolgono anche l’Iran. Il petrolio greggio è ora in discesa a 82 dollari al barile (-1,35%)

Discorso diverso per l’Unione Europea, in cui l’inflazione è in calo al 2,4% di marzo rispetto al 2,6% di febbraio. Forse siamo davvero vicini al primo taglio dei tassi, come infatti ha dichiarato il governatore della Banca Centrale francese Francois Villeroy, «La Bce non vuole che il primo taglio dei tassi sia influenzato dall’incertezza sul prezzo del petrolio».

La riunione dell’istituto di Francoforte sarà il 6 giugno, mentre questo fine settimana si conosceranno i nuovi dati sull’inflazione e Pil statunitense, insieme all’indice manifatturiero Pmi di Usa e Ue. Saranno numeri importanti per le decisioni da prendere.

Osservato speciale il comparto manifatturiero tedesco, che al momento stenta a dare segnali di ripresa. Poi gli occhi saranno puntati anche sul comparto dei servizi europeo, per capire se resterà forte e soprattutto se la componente prezzi dovesse continuare a salire o meno. Secondo la Bce la componente prezzi delle Pmi è un buon indicatore dell’andamento dell’inflazione nell’arco dei prossimi 9 mesi.

Diversi responsabili della Bce hanno suggerito la possibilità di tre tagli dei tassi entro la fine del 2024. Se il primo taglio non dovesse esserci, questo sarà dovuto ai timori per i dati inflazionistici dell’America e per la sua ripresa economica, i cui effetti potrebbero scaricarsi sui prezzi dell’import europeo di beni e servizi.