Economia
Raffaele Jerusalmi (Borsa Italiana): “In controtendenza mondiale le imprese italiane amano le IPO”
Di Flavia Iannilli
Il ruolo del mercato finanziario è centrale per la ripresa economica. Come cruciale è il rafforzamento patrimoniale delle imprese è importante e le rende più solide. Borsa Italiana è un’infrastruttura finanziaria che contribuisce anche alla formazione del settore finanziario, grazie ad attività che vanno dalle piattaforme di trading, al risk management fino al post trading.
In controtendenza con il trend mondiale in calo, il numero di aziende italiane che scelgono la quotazione borsistica è in netta crescita. Una tendenza dovuta anche all’arretratezza del mercato finanziario del nostro Paese, che, per motivi culturali, ha sempre scontato una ritrosia dell’imprenditoria locale ad aprire a terzi i capitali societari.
Durante l’audizione in Commissione Finanza della Camera, Raffaele Jerusalmi (Ceo di Borsa Italiana), ha riportato i seguenti dati: “Dal 2009 siamo passati da 290 aziende quotate a 370 nel 2020” e sulla base di questi numeri ha aggiunto: “L’Ocse ha dimostrato come un mercato di capitali che funziona bene sostiene la produttività delle economie e per il nostro Paese è molto importante. La quotazione di un’impresa non è solo finalizzata alla raccolta di capitali freschi, ma è anche una modalità per attrarre talenti in azienda che cercano di partecipare e rivedere, nel valore delle azioni, lo sforzo e i risultati che portano”.
Tra le domande poste a Jerusalmi l’Onorevole Giacomoni (FI) ha sottolineato come bisogni valutare l’impatto dei piani individuali di risparmio nell’accompagnare il processo di quotazione delle Pmi. Secondo Jerusalmi “quando i mercati si sono innervositi, tutti hanno venduto e non hanno avuto il vantaggio di costruire un cuscinetto di protezione.”
Sul tema capitalizzazione delle imprese Giacomoni ha proposto l’idea di far nascere un Fondo sovrano italiano utilizzando la leva fiscale formando i cittadini ad investire non solo nel debito ma anche nella crescita. Una soluzione ottima perché c’è necessità di trovare una forma di investitore istituzionale che raccolga i risparmi e che li riporti, in maniera più stabile, verso gli investimenti in azione. Jerusalmi: “Il problema è che mancano investitori nel secondo e terzo round dell’investimento. Per gli investitori in Italia manca ancora una presenza strutturale degli imprenditori e soprattutto di natura domestica, ma la carenza di questa parte, come dei fondi pensione, è preoccupante perché di fatto consente agli investitori esteri di dominare il mercato. La difficoltà è che, nei momenti di tensione, questi ultimi si comportano vendendo i titoli e causando delle correzioni nei nostri mercati che, di riflesso, performano in maniera meno brillante rispetto a quelli esteri”.
Sullo stesso tema si sofferma l’Onorevole Ungaro (IV) che chiede come si possa agire a livello normativo per affrontare questo problema. Risponde Jerusalmi: “Ci sono due strade da percorrere: l’educazione finanziaria che è fondamentale per creare una cultura di investimento volta alla crescita e consapevole del rischio di perdita; la seconda via sarebbe un Paese con partecipazioni nei fondi pensione o in casse di previdenza. Sarebbe costruttivo pensare che una parte dei risparmi degli italiani possano essere investiti nel territorio nazionale a beneficio della nostra stessa quotidianità”.
Ciò che non manca è la qualità degli imprenditori. Molte aziende hanno concorso a formare una serie di azioni di società invidiate da tutto il mondo, che hanno avuto successo dal momento della loro quotazione. Si tratta di Moncler, Campari, Ferrari, Cucinelli, Tecnogym, società che concorrono a migliorare l’immagine del Paese all’estero. Questo mostra un mercato italiano di capitali efficiente, che funziona in maniera affidabile anche dal punto di vista della tecnologia. Avere una struttura funzionante con le migliori condizioni di negoziazione o con una componente retail attiva sui mercati è un aspetto importante.
Sempre Ungaro chiede rassicurazioni sugli investimenti nello sviluppo tecnologico delle piattaforme di Borsa italiana. Jerusalmi specifica che si tratta di “un’attività che richiede investimenti continui e dobbiamo sempre essere in grado di avere le migliori soluzioni possibili”. L’Onorevole Giulio Centemero (Lega) ha fatto notare: “Negli ultimi 10 anni la società Borsa Italiana ha triplicato il proprio valore. Cosa si può fare per ottenere gli stessi risultati anche in futuro? E’ stata una crescita organica o generata in modo esogeno?” Jerusalmi: “Abbiamo generato valore con una crescita organica legata alla creazione di nuove linee di business, a nuove attività, all’efficientamento e all’uso della tecnologia per processi più efficaci, generando anche incremento dell’occupazione”.