Economia

Borsa Italiana in Euronext, Tajani non vuole che sia una succursale e pensa al golden power

04
Aprile 2025
Di Giampiero Cinelli

Negli ultimi mesi è cresciuto il dibattito attorno al ruolo strategico della Borsa Italiana all’interno di Euronext, il gruppo paneuropeo con sede legale ad Amsterdam che gestisce le operazioni di Borsa. Al centro della discussione, le preoccupazioni di un progressivo ridimensionamento del ruolo operativo della piazza milanese a vantaggio di altri centri finanziari del continente, come Parigi o Amsterdam.

La questione è diventata di rilievo politico con l’intervento del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, che ha evocato l’ipotesi di applicare il golden power da parte dello Stato italiano. Si tratta di uno strumento legislativo che consente al governo di intervenire in operazioni societarie riguardanti settori strategici, qualora si ritenga compromesso l’interesse nazionale. Tajani ha parlato del rischio che sia intaccata l’autonomia di fatto della società. sebbene sia sancita e tutelata dal Tuf (il Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria).

Secondo Tajani, che ha parlato con Milano Finanza, è necessario «evitare che Milano venga svuotata del suo ruolo centrale nel sistema finanziario europeo» e garantire che la Borsa Italiana non venga ridotta a una semplice piattaforma tecnica all’interno di un sistema sempre più accentrato fuori dall’Italia. In particolare, il ministro ha espresso timori circa la possibilità che segmenti cruciali del mercato italiano, come gli ETF o le quotazioni delle PMI, si spostino progressivamente verso altre piazze.

Il gruppo Euronext, che include anche le borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona, ha acquisito Borsa Italiana nel 2021. L’operazione era stata accolta con favore come un passo verso l’integrazione dei mercati europei, ma col tempo si sono moltiplicate le voci critiche rispetto alla governance e al reale peso decisionale delle entità nazionali all’interno del gruppo.

In questo contesto, Tajani ha lanciato un messaggio chiaro: è tempo di riconsiderare la posizione dell’Italia nel contesto europeo, a partire dal rafforzamento della centralità di Milano come hub finanziario. Ha anche suggerito che l’Italia potrebbe pretendere che la sede del mercato degli ETF venga spostata da Amsterdam a Milano, così come l’introduzione di una soglia di capitalizzazione specifica 1 o 2 miliardi di euro per definire la priorità di quotazione sul mercato italiano. Qui pensando soprattutto alle Pmi.

«Non possiamo permettere che gli asset strategici del Paese vengano gestiti come meri strumenti di mercato», ha sottolineato, facendo intendere che la Borsa Italiana rientra a pieno titolo tra le infrastrutture da tutelare con ogni mezzo disponibile.

Il golden power, se applicato, rappresenterebbe un segnale forte da parte del governo italiano e potrebbe aprire un precedente nella gestione di partecipazioni in asset strategici europei. Resta da vedere come reagirà Euronext e quale sarà la posizione degli altri Stati membri coinvolti nel gruppo.

Nel frattempo, la questione sollevata da Tajani riaccende una riflessione più ampia sul bilanciamento tra integrazione europea e sovranità economica nazionale: un equilibrio ancora tutto da costruire.