Economia

Bollette? “On top of” la cosiddetta normalità delle stangate fiscali

22
Agosto 2022
Di Daniele Capezzone

Curioso fenomeno. Politici e analisti – in questo sovrapponibili nella loro forma mentis – tendono spesso a esaminare le cose in modo separato, per compartimenti distinti, come se invece i problemi non si sommassero, determinando effetti a cascata sulla vita delle persone e sulle loro tasche. Così, ad esempio, da qualche giorno anche i quotidiani, oltre ai candidati alle elezioni di ogni schieramento, mostrano maggiore attenzione al tema delle bollette, che promette di essere devastante nel prossimo autunno-inverno. Prim’ancora che si ponga un eventuale problema di approvvigionamenti, è infatti già impressionante la crescita dei prezzi che le famiglie e le imprese devono sostenere per i rincari energetici. 

Dopo di che, separatamente, come se le nostre vite fossero “scisse”, separate, oggi i quotidiani si ricordano dell’autentico “dies irae” fiscale rappresentato dal 22 agosto, con una valanga di simultanee scadenze, e – per le partite Iva – con un salasso esiziale, che vede sommata la rata Iva trimestrale con la prima parte dei pagamenti fiscali complessivi di fine anno. 

Ecco, quel che manca nelle riflessioni politiche e dei commentatori è proprio la visione “olistica”, la capacità di mettere tutto insieme. Le “bollette” non sono solo le bollette: ma sono una botta che arriva “on top of” tutto il resto, cioè in aggiunta alla cosiddetta “normalità” fiscale che è già mortifera. 

Morale: è illusorio pensare di affrontare il problema a pezzettini, a spizzichi e bocconi, con un cerottino dopo l’altro (in termini di sussidi) per le bollette, e con una limatina minimalista per ciò che riguarda le tasse. 

Delle due l’una: o qualcuno pensa (forse non solo a sinistra, c’è da temere) che gli italiani siano ancora in grado di intaccare i loro risparmi, e che comunque dispongano di riserve inimmaginabili di liquidità, oppure c’è una generale e gravissima sottovalutazione di ciò che sta già accadendo in termini di benessere reale delle persone, della loro propensione al consumo, della loro speranza per il futuro. Chi scrive propende (purtroppo) per la seconda spiegazione: e per questo suggerisco di fare attenzione alle brutte sorprese.