Economia

Bce, a giugno tutti si aspettano il taglio dei tassi

14
Maggio 2024
Di Giampiero Cinelli

Il 6 giugno non è solo il giorno in cui si inizia a votare (non in Italia) per il rinnovo del Parlamento europeo, ma anche la data attesissima della riunione del Consiglio Direttivo della Bce, quella in cui ormai tutti gli analisti concordano sul taglio dei tassi.

Prima di Francoforte è stato il turno di Washington, ma la Federal Reserve, la Banca Centrale americana, ha deciso di lasciare invariato il costo del denaro. La motivazione è stata attribuita all’inflazione, non ancora a livelli di sicurezza. Ma per l’Europa si potrebbe cominciare a fare un discorso differente, siccome l’inflazione è in costante calo, ora al 2,4% (ultimi dati di aprile), e soprattutto l’indicatore della cosiddetta “inflazione core“, cioè depurata dalle componenti volatili di cibo, energia, tabacco e alcol, è calata ad aprile al 2,7% rispetto al 2,9% di marzo. Va detto poi che, rispetto agli Stati Uniti, in Ue il fattore della domanda interna influisce meno sulle spinte inflattive e si tratta quindi sostanzialmente di un problemi di costi delle materie prime, specie quelle importate.

La Bce ha fatto intendere che il taglio ci sarà a meno di improvvisi scossoni dei parametri macroeconomici che ad ora non sembrano esserci. Oxford Economics prevede infatti una diminuzione complessiva dei tassi di 100 punti base nel corso del 2024. Attualmente i tassi sono al 4% sui depositi presso la Banca Centrale, al 4,50% sulle operazioni di rifinanziamento principale, al 4,75% sulle operazioni di rifinanziamento marginale. Questi tassi interni al sistema bancario influiscono poi sui costi sostenuti dai clienti delle banche e in parte sui titolari di mutuo.

Il Chief Italy economist di Oxford Economics Nicola Nobile ha dichiarato: «Ci aspettiamo che l’inflazione dell’Eurozona si attesti al 2,2% in media annua e sarà già al di sotto del target della Bce a partire dalla seconda metà dell’anno. Ma se da un lato la Bce ha dichiarato che il primo taglio dei tassi a giugno è quasi certo, dall’altro rimane incertezza su ciò che potrebbe accadere in seguito, anche a causa di fattori di tipo geopolitico. Tali fattori saranno in ultima istanza la chiave per definire la dinamica dei tassi. Il rafforzamento della crescita atteso per il 2025 non dovrebbe compromettere il processo disinflattivo in corso, garantendo alla Bce spazio di manovra per un ulteriore allentamento della politica monetaria».