Economia
AssoBirra: 2023 difficile, futuro più roseo riducendo pressione fiscale
Di Ilaria Donatio
“Come la birra c’è solo la birra”. È solo un titolo, per la precisione quello dell’Annual Report 2023 di Assobirra, ma dice tutto circa l’unicità della bevanda alcolica (ma non troppo) a base di malto d’orzo. E offre ottimi indizi anche rispetto al percorso di identità culturale che la birra ha compiuto negli ultimi 20 anni. Perché in Italia, la birra si è perfettamente adattata alle abitudini dei consumatori che sono gli unici in Europa a bere durante i pasti e a preferire bevande a basso contenuto alcolico.
Di questo e molto altro, ieri, si è discusso, alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante la conferenza stampa di AssoBirra che riunisce le maggiori aziende che producono e commercializzano birra e malto in Italia: l’occasione è stata la presentazione del report che ogni anno fotografa lo stato dell’arte del comparto e fornisce tutti i dati relativi alla filiera. Il contesto dei più piacevoli, l’Hotel de Russie, in centro a Roma, dove a fare gli onori di casa, c’erano il presidente dell’associazione, Alfredo Pratolongo e il vice, con delega a Transizione Ecologica e Sostenibilità, Federico Sannella.
Urso: “Il comparto è innovativo e beneficerà della transizione 5.0”
“Quello della birra”, ha sottolineato nel proprio intervento il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, “è un comparto che sta investendo molto in innovazione del prodotto e che oggi affianca sempre più, e completa, l’offerta delle bevande che già realizziamo nel nostro Paese. A tal riguardo, penso sia importante ricordare quello che abbiamo fatto per le produzioni italiane, e ormai la birra è una di queste, con la legge quadro sul Made in Italy che sta dispiegando i suoi effetti sul tessuto artigianale e industriale”.
“Anche il settore brassicolo”, ha proseguito Urso, “potrà rafforzarsi e innovarsi ulteriormente beneficiando del piano transizione 5.0 che coniuga per la prima volta in Europa transizione digitale, energetica e ambientale, con oltre 13 miliardi di crediti fiscali utilizzabili dalle imprese nel biennio 2023-24. Sarà importante poi sviluppare le competenze idonee: a tal fine, il provvedimento prevede che il 10% delle risorse possono essere utilizzate per la formazione del personale. Sarà il piano più avanzato in Europa per rendere più competitive le imprese italiane”.
Le cifre della birra
Il settore brassicolo ricopre un ruolo centrale nell’economia italiana. Capace di creare valore e indotto economico e posti di lavoro, il comparto occupa oltre 100 mila operatori in oltre 1.000 aziende (1.012 realtà del settore tra birrifici, microbirrifici e malterie), crea un valore condiviso di 10,2 miliardi di euro (equivalente allo 0,54% del PIL) e, soprattutto – unica fra le bevande da pasto – versa all’Erario oltre 700 milioni in accise annue che si sommano alla contribuzione fiscale ordinaria.
La spinta inflattiva con la relativa diminuzione del potere d’acquisto degli italiani, l’aumento dei costi delle materie prime e delle accise. Tutti questi fattori hanno fatto sì che, nel 2023, si sia registrata una flessione di produzione (-5,02%), consumi (-5,85%), export (-5,36%) e import (-7,5%) di birra, chiari segnali di un settore che ha sofferto lungo tutto l’asse della filiera produttiva, agricola e della distribuzione fino ai punti di consumo e vendita. Ma nei primi mesi del 2024 il trend di decrescita sembrerebbe essersi fermato.
Pratolongo: “2023 anno difficile ma sul futuro della birra sono ottimista”
“Il 2023 è stato un anno particolarmente difficile per il settore birrario”, ha spiegato alla stampa il presidente di AssoBirra, Alfredo Pratolongo. “Dopo un decennio di crescita, la crisi innescata dalla contingenza pandemica e la ripresa nel 2022, i consumi si sono ridotti quest’anno di quasi sei punti percentuali.
Per il futuro, rimango positivo perché la birra in Italia è ormai diventata una bevanda da pasto, identificata con la convivialità informale, apprezzata per le sue caratteristiche di leggerezza, versatilità, naturalezza e basso contenuto alcolemico, oppure analcolica: la capacità di innovare degli imprenditori, sia a livello di prodotto che nelle strategie di sostenibilità, ci permette di rispondere alle esigenze dei consumatori, attuali e prospettiche, e di fare leva su alcuni macro-trend del mercato italiano: localismo, salubrità e leggerezza, che consentono di far apprezzare ai consumatori la grande varietà e qualità dell’offerta brassicola in Italia”.
Sannella: “Innovazione e sviluppo si nutrono di investimenti”
“Il processo di transizione ecologica”, ha aggiunto il vicepresidente Federico Sannella, “attiene anche al primario, a quel settore agricolo che da tempo si impegna nell’ambito della ricerca nel campo delle materie prime e di un più sostenibile uso del territorio. Innovazione tecnologica e sviluppo, tuttavia, si nutrono soprattutto di investimenti economici, ed è qui che il ruolo del comparto di trasformazione è strategico”.
“Se vogliamo che il segmento divenga strategico per l’alimentare italiano”, ha concluso Sannella, “se puntiamo a una crescita concreta e misurabile occorre investire su una serie di elementi: sui marchi, sulla sostenibilità degli impianti, sull’efficienza, sulla produttività, sulla ricerca e l’impiego di competenze altamente qualificate e, infine, sui talenti ad alto valore aggiunto, da trattenere e valorizzare”.