Economia

Assemblea Abi, Panetta: Banche italiane solide, avanti con Basilea

09
Luglio 2024
Di Giampiero Cinelli

Quale direzione dare al sistema bancario europeo e italiano dopo il rialzo dei tassi, con in ballo l’unione bancaria da completare, le integrazioni del testo unico da operare, i nuovi rischi del mondo digitale e la fatica del sistema produttivo. Ecco il senso del discorso che il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ha svolto stamane all’assemblea annuale dell’Abi (Associazione bancaria italiana).

Panetta ha menzionato le moderate previsioni di crescita nel secondo semestre in Ue e nel nostro Paese, notando la notevole parabola discendente dell’inflazione,+2,5% a giugno. che nella sua componente di fondo (ovvero al netto di energia, tabacchi e alimentari) si attesta al 2,9%.

Rallentano i finanziamenti
«In Italia la crescita procede a ritmi moderati ma è possibile che nel 2024 raggiunga lo 0,7%. Le previsioni di Consensus Economics sono coerenti con le proiezioni pubblicate in giugno dalla Banca d’Italia, che indicavano una crescita dello 0,6% correggendo per le giornate lavorative e dello 0,8% senza tale correzione», ha detto il governatore, sottolineando però che dopo l’aumento dei tassi d’interesse si è ravvisata una «decelerazione del credito bancario». Il rallentamento dei finanziamenti è simile a quelli registrati negli ultimi 15 anni ma con conseguenze meno gravi, viste le misure di sostegno delle autorità pubbliche e una buona solidità della struttura delle imprese», ha fatto notare il Governatore, che ha aggiunto: «Gli effetti espansivi dell’allentamento monetario che si profila per i prossimi mesi saranno attenuati dall’ulteriore contrazione del bilancio dell’Eurosistema, che continuerà ad agire in senso restrittivo sui costi di raccolta e sulla liquidità delle banche e quindi sull’offerta di credito all’economia».

Più difficile restituire i prestiti
Sulla capacità di restituzione del credito Panetta da affermato: «Un prolungamento della fase di alti tassi di interesse potrebbe incidere sulla capacità di rimborso dei debiti. Segnali in tal senso stanno già emergendo: nel primo trimestre del 2024 il flusso dei prestiti deteriorati è salito al 2,1% dei finanziamenti complessivi alle imprese, dall’1,8 del trimestre precedente, e si stima che continuerà a crescere moderatamente sia quest’anno sia il prossimo. Per le famiglie il tasso di deterioramento rimarrebbe più contenuto, intorno all’1%. Si tratta comunque di valori lontani dai massimi storici: nei momenti difficili dello scorso decennio questo indicatore sfiorò il 10% per le imprese e superò il 3 per le famiglie».

Requisiti patrimoniali, Basilea 3+
Intanto il sistema bancario deve fare i conti con l’aggiornamento dei regolamenti globali, specie quelli sui requisiti patrimoniali, indicati comunemente sotto la parola “Basilea”, il luogo dove gli accordi sono stati firmati. Panetta in merito ha spiegato il contesto e ha parlato delle possibili conseguenze: «Le nuove regole comportano incrementi patrimoniali cui le banche possono fare fronte agevolmente nell’attuale fase di alti profitti. Anche per questo motivo, esitazioni nell’attuazione sarebbero controproducenti; nell’immediato esporrebbero a rischi l’intera economia, e renderebbero l’attuazione più ardua qualora essa slittasse a una fase meno positiva di quella attuale. Il recepimento degli accordi non sta però procedendo ovunque alla stessa velocità. In particolare, negli Stati Uniti esso avanza lentamente“. Ciò rende la riforma incompleta e crea disparità competitive, come nel caso delle nuove regole sui rischi di mercato. Per tale motivo la Commissione europea, al fine di assicurare parità concorrenziale tra gli intermediari che operano a livello globale, ha recentemente annunciato l’intenzione di sospendere per un anno l’entrata in vigore in Europa di questa parte della riforma. Non è certo l’esito ottimale: una corsa al ribasso tra diversi ordinamenti non è la risposta che va data all’esigenza di ridurre i rischi e di rendere omogenee le regole a livello mondiale»

L’iter di Basilea 3+
Più chiaramente: «Le regole di Basilea 3+ entrano in vigore dal gennaio 2025 con un attuazione graduale che proseguirà fino al 2030. Alla fine di questo percorso la revisione regolamentare avrà richiesto ben oltre vent’anni: un periodo troppo lungo se confrontato con le conseguenze di potenziali instabilità e con la rapidità con cui sorgono nuovi rischi. Con le nuove regole viene ridimensionato il ruolo dei modelli interni utilizzati dalle banche, il cui impiego in pratica si traduce in minori requisiti patrimoniali; aumenta inoltre la sensibilità al rischio delle metodologie cosiddette standardizzate. Gli impatti sui requisiti patrimoniali (in sostanza bisogno di maggiori accantonamenti e rischio di meno credito erogato) saranno quindi maggiori per gli intermediari italiani ed europei che utilizzano i modelli interni, tipicamente quelli grandi e complessi», ha rimarcato Fabio Panetta.

Forse una nuova riserva di capitale sulle esposizioni
Legato a ciò, ha annunciato il Governatore: «Banca d’Italia ha avviato una consultazione per introdurre una nuova riserva di capitale per tutte le banche italiane. In particolare, la riserva di capitale addizionale a fronte del rischio sistemico (Systemic Risk BufferSyRB) sarebbe pari all’1% delle esposizioni domestiche ponderate per il rischio di credito e di controparte. L’obiettivo dell’1% dovrebbe essere raggiunto progressivamente, con una riserva dello 0,5% da costituire entro fine 2024 e la parte restante entro il 30 giugno 2025».

Le cripto un problema, le vere esigenze secondo Abi
Successivamente il Governatore, ma lo stesso messaggio era stato lanciato prima dal Presidente dell’Abi Antonio Patuelli, ha messo in guardia sui rischi delle criptovalute, dicendo che l’unica forma di cripto-asset affidabile è la cosiddetta stable coin, cioè un prodotto finanziario digitale emesso da una banca e legato a un valore reale sottostante, mentre le classiche criptovalute non hanno un valore intrinseco e non lo generano, non prevedendo cedole. Né possono assolvere alle tre funzioni principali di una moneta: mezzo di pagamento, unità di conto, riserva di valore. Allo stesso tempo l’Abi si è espressa molto favorevolmente riguardo allo sviluppo dell’euro digitale, finalizzato a un metodo alternativo di pagamento accompagnato da rigidi controlli e limiti. L’Associazione bancaria italiana ha poi esortato all’utilizzo dei Fondi Interbancari (c’è quello nazionale e quello europeo) per far fronte alle crisi bancarie, invece che adottare «risoluzioni costose e bail in», augurandosi nel caso il sostegno alle banche che ne hanno salvate altre concorrenti ed evitando penalizzazioni per chi detiene fette importanti di debito pubblico. Un’altra richiesta è stata quella di diminuire il carico fiscale sul risparmio

Giorgetti: no a lacrime e sangue
Dopo Panetta è intervenuto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «Non serve una maovra lacrime e sangue ma una seria politica di controllo della spesa pubblica perché l’Italia esca dalla sua condizione di Paese sempre sotto esame», ha riflettuto il ministro, pensando che l’obiettivo sia «tendere al pareggio di bilancio, al netto del servizio del debito precedente».

Avanti con l’unione bancaria
Parlando del quadro normativo europeo e internazionale legato alle regole di vigilanza bancaria, Giorgetti ha sottolineato come assume importanza, specie nell’attuale contesto economico e geopolitico proseguire l’iter per il completamento dell’Unione bancaria, funzionale ad assicurare una miglior allocazione di capitali e rischio: «L’approccio olistico o cosiddetto a ‘pacchetto’ che comprende anche la revisione del Patto di crescita e di stabilità evocato anche con riguardo al dibattito sul MES non rappresenta, quindi, una tattica negoziale ma una logica esigenza di natura strategica a difesa dell’interesse nazionale».

Allungare i mutui
Sui mutui così Giorgetti: «Ritengo indispensabile e urgente che si raggiunga un accordo per rendere operativo l’allungamento della durata dei mutui a tasso variabile così da limitare l’impatto, talvolta insostenibile, dell’incremento delle rate a carico delle famiglie».

Il ministro dell’Economia ha inoltre spiegato che «Il Mef è impegnato a promuovere una riforma nazionale del mercato dei capitali: dopo la legge capitali l’impegno del Mef è focalizzato sulla riforma del testo unico della finanza riallineandolo in termini di competitività ai risultati raggiunti dagli altri paesi europei».

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