Economia

Assarmatori, Salvini: Italia dirà no a nuove tasse Ue su emissioni

02
Luglio 2024
Di Ilaria Donatio

Il 2023 è stato “un anno record per le emissioni di Co2 nonostante il Green Deal, investimenti miliardari, con 37 miliardi e mezzo di tonnellate di emissione di Co2 da fossile. L’Europa, grazie ai sacrifici degli imprenditori e dei consumatori, ha subito con gli Ets (il Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra – European Union Emissions Trading System – EU ETS, ndr) il maggior onere. Per questo l’ideologia applicata all’ambiente è un fallimento ambientale, economico, industriale e sociale e trasportistico“. Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nel suo intervento all’assemblea di Assarmatori – associazione di categoria dell’industria della navigazione – che si è svolta stamane nella Capitale. E prosegue così: “Penso all’autotrasporto, alla navigazione, o all’automotive. L’Europa è riuscita a tagliate 200 milioni di tonnellate di co2, l’India e la Cina hanno aumentato di più del triplo le emissioni. Stiamo combattendo una battaglia impari e suicida“, chiosa Salvini.

Salvini: “La revisione degli Ets è un dovere”
“Il 2030 che per noi dovrebbe essere l’anno di caduta, per la Cina sarà l’anno di maggior emissione”, ha spiegato il leader della Lega. “Non possiamo, come Italia ed Europa, competere ad armi pari se non c’è una soluzione globale. La revisione degli Ets è un dovere: spero che nella prossima Commissione europea la produzione industriale non sia un orpello”. E ha aggiunto: “Non è il momento di imporre nuove tasse sulle emissioni a carico delle aziende italiane ed europee. É fuori discussione. Il voto dell’Italia, e per fortuna serve l’unanimità, sarà contrario a qualsiasi nuovo intervento che preveda una tassa sulle emissioni. A meno che non ci sia un discorso globale”.

Assarmatori, proteggere i notri Paesi da altra tassa europea
Dal canto suo il presidente di Assarmatori, Stefano Messina, all’assemblea annuale dell’associazione evidenzia un fatto positivo per il settore: “proprio recentemente il blocco mediterraneo ha saputo fare fronte comune, interrompendo la possibile revisione dell’Energy Taxation Directive (Etd) che, nei termini in cui è stata posta, avrebbe esteso la tassazione delle accise anche ai carburanti ad uso marittimo. Sappiamo tuttavia”, ha sottolineato Messina, “che il tema Etd è di nuovo sui tavoli delle cancellerie europee per iniziativa dell’Ungheria, da ieri presidente di turno del consiglio”. 

Dunque, rivolge un appello al Ministro Matteo Salvini e al ministro Chris Bonett, il ministro maltese presente all’assemblea: “Sappiate proteggere i nostri Paesi da un’altra tassa che viene dall’Europa”. 
E propone una riflessione sulla “neutralità tecnologica” che, così come immaginata a livello comunitario, dice, “è a prima vista foriera di incertezza”.

In materia di carburanti, secondo Messina, “non possiamo immaginare di percorrere tutte le strade consentite dalla legislazione europea. È impossibile, dal punto di vista industriale per quanto riguarda la loro produzione ed è impossibile dal punto di vista della distribuzione e messa a bordo”. Sottolineando che bisogna “puntare sui biocarburanti e il Gnl” perché “usando questi carburanti, che sono nel catalogo europeo e dell’IMO, l’Organizzazione marittima internazionale, potremmo già concorrere al raggiungimento degli obbiettivi dell’Europa”. 

Aumenta import del gas via nave, +16% nel 2023
Nel 2023 le importazioni italiane di gas via condotta sono diminuite del 22,51% rispetto al 2022; nello stesso arco di tempo le importazioni di gas allo stato liquido, avvenute quindi via nave, sono invece aumentate di oltre il 16%: un trend netto, che nei primi sei mesi del 2024 è andato ulteriormente consolidandosi”. E a fine anno, secondo le cifre date da Assarmatori, ci sarà un’ulteriore crescita dell’approvvigionamento che avviene proprio grazie al trasporto marittimo.

Tajani, contributo chiave Italia a operazione Aspides Mar Rosso
L’Italia sta dando “un contributo chiave all’operazione europea Aspides, a carattere difensivo nel ristabilire la sicurezza nella navigazione e dei traffici commerciali nel Mar Rosso”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un messaggio rivolto all’assemblea di Assarmatori. 

“L’operazione sta ottenendo risultati incoraggianti, finora oltre 100 navi mercantili hanno beneficiato delle attività di accompagnamento: faremo di tutto per tutelare il sistema marittimo italiano e il nostro sistema produttivo dalle conseguenze di questa crisi”, ha rassicurato Tajani, fornendo alcuni dati. “Si stima che il valore annuale pre-crisi dei flussi di import/export dell’Italia che transitano per il Canale di Suez fosse pari a circa 148 miliardi di euro, di cui 93 miliardi di importazioni e 55 miliardi di esportazioni, si tratta del 42,7% del commercio estero dell’Italia via mare e dell’11,9% del commercio estero dell’Italia”.

Norma Ets rischia di acuire gap tra scali Ue ed extra Ue
“La crisi nel Mar Rosso sta dispiegando i suoi effetti in un periodo in cui la prossima applicazione della normativa Ets (il Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra – European Union Emissions Trading System – EU ETS) al trasporto marittimo rischia di acuire il divario di competitività fra scali europei ed extra-europei. Su questo”, ha rimarcato Tajani, “l’Italia si è attivata e da diversi mesi il governo ha guidato un fronte di Paesi in Europa per richiamare l’attenzione della Commissione su questa criticità, che sta già esaminando le azioni correttive necessarie”. 

“Al contempo, stiamo lavorando con tutta la squadra di governo per la decarbonizzazione del trasporto marittimo e lo sviluppo dell’intermodalità, due elementi essenziali per potenziare il ruolo dell’Italia come hub di connettività regionale e la rilevanza strategica dei nostri porti”, ha aggiunto il ministro.

Su questo tema, il viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi, lancia un appello: l’Europa non si chiuda in se stessa con il sistema portuale per le conseguenze della direttiva europea sugli Ets per il trasporto via mare. È “fondamentale” dunque che il continente europeo “non metta delle normative molto più rigide all’armamento rispetto agli altri continenti, perché non si può pensare che un armatore abbia due flotte: una che arriva in Europa e una che gira per il mondo”. “Lo dico”, ha concluso, “perché il tema dell’Ets o si discute in sede G7 oppure il problema è che rischiamo l’isolamento del continente”. 

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