Inizia a sentirsi in lontananza un rombo di motori. E’ questo il polso del “Progetto AZ” per l’ennesimo rilancio di Alitalia. La trattativa tra FS e Delta è entrata nel vivo ad Atlanta, negli USA, con l’arrivo di una delegazione comprendente anche gli advisor di Mediobanca, Wyman e McKinsey, con le Ferrovie dello Stato intenzionate a partecipare come partner di minoranza (attorno al 20%?), assieme ad altri player italiani per mantenere una maggioranza tricolore nella newco in via di definizione. Delta, va ricordato, fa già parte dell’alleanza Sky Team che include Alitalia, ma anche Air France e KLM. Gli americani sono intenzionati a puntare forte sul lungo raggio, specialmente per le rotte occidentali (USA e Messico). La scelta finale, ad ogni modo, spetterà al governo giallo-verde, che dovrà valutare piano industriale e due diligence, con possibile slittamento di un mese a fine febbraio.
Che sia la volta buona? Potrebbe, anche se alla finestra rimangono sia Lufthansa che EasyJet, per ragioni diverse. I tedeschi non hanno mai nascosto interesse per un’eventuale partecipazione ad un vettore “ristrutturato”. Ed è per questa condizione che non hanno presentato un’offerta. La low cost britannica, invece, si è esposta con un’offerta formale, molto interessata a sviluppare il medio raggio, dunque potenzialmente compatibile anche con Delta. Intanto si moltiplicano le voci di una proroga della restituzione del prestito ponte da 900 milioni di euro che darebbe un’altra boccata di ossigeno ai tempi della trattativa. Il nodo degli esuberi è rimasto sul tavolo del Ministro Di Maio, tutto ancora da sciogliere. L’ennesima puntata della saga Alitalia è entrata nel vivo.
Fabrizio Francioni