Economia
Affaire Twitter, Elon Musk sospende l’accordo. I conti, sui dati, non tornano
Di Giampiero Cinelli
Il caso Twitter è aperto. Ad accendere la miccia è proprio il suo compratore, Elon Musk. L’uomo di Tesla ha annunciato di aver sospeso l’offerta per l’acquisto del social network, un’operazione da 44 miliardi. Il motivo principale sarebbe l’incertezza sui dati relativi agli account fake e spam.
L’empasse arriva dal momento che il Ceo di Twitter Parag Agrawal si è rifiutato di mostrare a Musk documenti interni che attestassero l’effettiva presenza degli account falsi. L’azienda aveva depositato un documento presso la Sec (equivalente della Consob in America) in cui dichiarava che fossero meno del 5%, degli 1,3 miliardi complessivi. La cifra non ha convinto l’imprenditore di origine sudafricana il quale ha detto in una conferenza a Miami che secondo lui potrebbero essere anche il 20-30% dell’utenza totale.
«Il 20% è quattro volte di più di quello che Twitter rivendica, ma potrebbe essere anche di più. La mia offerta era basata sul fatto che i documenti di Twitter alla Sec fossero accurati», ha detto Musk in un Tweet. Lamentando che il Ceo di Twitter non avesse voluto mostrare pubblicamente le prove del -5%. Ma secondo Musk l’accessibilità di questi dati anche per il pubblico è fondamentale per la tenuta finanziaria della Corporation. Affermando che l’accordo non può andare avanti finché non avrà risposte. Siccome «è giusto che gli investitori sappiano cosa ne è dei loro soldi».
Dopo gli eventi il titolo di Twitter in borsa ha avuto rilevanti perdite. L’offerta sembra solo sospesa ed è da escludere che Elon Musk voglia chiudere qui la faccenda. Se si sfilasse si prospetta per lui una penale da un miliardo. E si parla anche di una possibile battaglia legale in quanto i dirigenti di Twitter possono ritenersi economicamente danneggiati dal comportamento di Musk, il quale starebbe anche facendo circolare informazioni compromettenti agli occhi degli investitori. D’altro canto, il capo di Space X potrebbe rivalersi asserendo di aver avuto informazioni parziali nel contesto di un accordo miliardario.
Intanto i piani di Musk vanno avanti. Sul suo profilo fa sapere che ha chiesto al suo team lo studio a campione della tipologia di utenti Twitter. E sempre twittando, lui stesso è tornato a dire che l’algoritmo dovrebbe essere più compreso da tutti, cercando di contrastare il classico meccanismo della riproposizione di contenuti che amplificano il punto di vista dell’utente (la cosiddetta filter bubble). Propositi che si legano all’arricchimento del dibattito, che dovrebbe essere plurale. Non a caso è tornato a affermare che Donald Trump dovrebbe essere riammesso sulla piattaforma.