Cultura
Via libera agli Europei di calcio, ma non ai concerti. Insorgono addetti allo spettacolo e cultura
Di Vanessa Gloria
Cresce la protesta da parte dei settori dello spettacolo e della cultura per la decisione di riaprire lo stadio Olimpico per gli Europei di Calcio. Non è infatti chiara la differenziazione tra mondo della cultura e dello sport. Una novità, che se da un lato rappresenta il primo vero segnale di speranza per un ritorno, seppur lento, alla normalità, dall’altro è percepita come illusione da quanti non conoscono ancora una data per la ripartenza.
A riguardo è intervenuto Sergio Cerruti, Presidente di Afi, la storica Associazione dei Fonografici Italiani che si domanda “Europei sì e concerti no? Che differenza c’è?”. Cerruti dichiara che “Quello dei concerti è un settore che ha subito perdite senza precedenti e che hanno raggiunto anche l’80 e il 90% rispetto al 2019. Agli italiani mancano i concerti dal vivo. Dati alla mano, solo il 19% dei giovani adulti è davvero pronto a sostituirli con i live streaming. E’ evidente a tutti, dopo più di un anno, che non si possa più vivere senza concerti, teatro, cinema, senza cultura. Che differenza c’è tra un tifoso e un fan? Può davvero la tradizione calcistica superare il valore della cultura? Siamo davvero un Paese fondato sul pallone? Io credo che siamo quanto meno tutti e due. Il settore della musica continua a pagare uno scotto legato alla percezione nazionale. Riaprire gli stadi per il calcio equivale a riaprire gli stadi anche per i concerti. Altrimenti la soluzione è quella di far scendere in campo la nazionale cantanti che mentre gioca canta. C’è voglia di ripartire, ma per farlo abbiamo bisogno di supporto concreto, di ascolto, di proposte fattibili e soprattutto eque” e conclude “Alla musica deve essere riconosciuta la stessa dignità di ogni altro settore produttivo. Credo che sia l’ora di superare, precocemente preconcetti e stereotipi che ci legano a un passato con il quale non possiamo costruire il nostro futuro”.
Sul tema sono scese in campo numerose associazioni e nomi di spicco del settore, sino all’intervento del ministro della Cultura, Dario Franceschini che ha commentato “Intendo fare tutto il possibile per garantire una riapertura. Ho chiesto al Cts, qualora venissero riaperti gli stadi al pubblico per partite di calcio, che se nello stesso luogo si svolgesse un concerto le regole dovrebbero essere le stesse, senza differenze” e scandisce i numeri “500 al chiuso, 1000 all’aperto”, che dovrebbero consentire un buon passo avanti assieme alla possibilità per le Regioni di organizzare grandi eventi. “Stiamo lavorando per garantire un’apertura massima possibile”, sottolinea. “Sono proposte ragionevoli, viste con le categorie, spero che la risposta del Cts sia positiva”.