Cultura

Archeologia subacquea: i segreti sommersi della penisola di Gallipoli in Turkyie

30
Settembre 2024
Di Marta Calderini

Ci sono posti che custodiscono segreti antichi quanto l’uomo. Tra questi annoveriamo, senza ombra di dubbio, la Turchia, paese che continua a regalarci straordinarie scoperte. Il numero degli scavi archeologici nel Paese, che era di 670 nel 2021, è salito per la prima volta a 720 nel 2023 e si prevede che aumenterà ulteriormente a 750 nel 2024, raggiungendo gli 800 nel 2026

Alcuni antichi tesori, però, non emergono dagli scavi, ma sono custoditi sul fondo del mare come i relitti della battaglia di Gallipoli (Gelibolu in turco) del 1914, una delle prime operazioni di guerra anfibia dell’epoca moderna. 110 anni fa una flotta anglo-francese per permettere alle forze via terra di arrivare a Costaninopoli e costringere la Turchia a uscire dalla triplice alleanza intraprese una serie di sanguinose battaglie nello stretto dei Dardanelli. Le forze turche, mettendo in campo una straordinaria resistenza, costrinsero i soldati australiani e neozelandesi a ritirarsi dopo aver subito ingenti perdite.

I relitti di questa guerra sono visitabili dal 2021, quando è stato inaugurato Il Parco Storico Subacqueo di Gallipoli, punto d’incontro tra il Mar Egeo e il Mar di Marmara.

“Nel parco subacqueo i relitti sono adagiati sul fondale a diverse profondità, offrendo ai visitatori immersioni sia a quote ricreative, alcuni relitti si possono apprezzare anche facendo snorkelling, sia a livelli di profondità maggiori che richiedono brevetti tecnici”. Così Carlo Enver Foglino, coordinatore operativo delle spedizioni subacquee italiane in Turchia. «I 36 relitti, segnalati con boe lampeggianti, sono disseminati a cominciare dalla penisola di Gallipoli partendo dalla costa nord che affaccia sul Mar Egeo, fino ad arrivare al Mar di Marmara attraversando lo Stretto dei Dardanelli».

Il sito contiene delle vere e proprie perle come la corazzata britannica “HMS Majestic”, lunga 120 metri, affondata dal sottomarino tedesco U-21 al largo della costa di Seddülbahir il 27 maggio 1915. Gli amanti delle immersioni possono osservare anche i proiettili d’artiglieria e la polvere da sparo inesplosi sulla nave affondata a 24 metri di profondità. A meno di dieci metri di profondità, nella baia di Ertugrul, si possono osservare L’Andrea Massena che prende il nome di un importante maresciallo della Rivoluzione francese, e la nave Seghalien.

La zona della battaglia è talmente ben conservata che la sensazione è che in  quel luogo il tempo si sia fermato, infatti il sito è stato inserito nella lista dei candidati a diventare patrimonio dell’UNESCO.

«Il Progetto Parco Storico Subacqueo di Gallipoli è nato con l’obiettivo di far conoscere le battaglie di Gallipoli e di valorizzare e proteggere l’ambiente e la macchia mediterranea totalmente incontaminata. La penisola è un sacrario a cielo aperto costellato da più di cinquanta cimiteri militari e monumenti dedicati ai caduti e reduci di guerra sapientemente collegati tra loro. Possono essere visitati sia dagli amanti di storia e immersioni ma anche dagli sportivi appassionati di trekking e camminate», continua Enver Foglino.

Il sito è ancora poco conosciuto, ma può essere considerato una vera e propria gemma dell’archeologia subacquea e un’occasione preziosa per immergersi nella storia della battaglia di Gallipoli permettendo, non solo a sommozzatori esperti ma a chiunque voglia approcciarsi al mondo delle immersioni, di osservare non solo ciò che è conservato sulla terraferma, ma anche i segreti nascosti dal mare.