Con una modalità sui generis ha aperto la mostra finale del Talent Prize, un concorso gratuito di arti visive nato nel 2008 con l’intenzione di valorizzare e sostenere i giovani artisti contemporanei che operano nei campi di pittura, scultura, fotografia, istallazione e video.
La mostra non è stata aperta al pubblico ma è fruibile online sul sito www.talentprize.it attraverso contenuti multimediali prodotti per raccontare le opere, far conoscere gli artisti, divulgare la storia del Talent Prize e testimoniare l’impegno di tutti i partner e sponsor del Premio.
Quest’anno è stata allestita al Museo Pietro Canonica a Villa Borghese a Roma, un premio fondato da Guido Talarico e realizzato da Inside Art, con il sostegno di Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale di Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale. L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Al Museo è stato realizzato un allestimento semplificato attraverso una riproduzione per immagini delle opere del vincitore, dei finalisti e dei premi speciali della tredicesima edizione del concorso. Il vincitore Francesco Fonassi che si è classificato al primo posto con l’installazione dal titolo Salvatici, è seguito dai finalisti: Giulio Bensasson, Bea Bonafini, Pamela Breda, Simone Cametti, Diego Gualandris, Diego Miguel Mirabella, Caterina Silva, Marco Strappato e Giovanni Vetere.
Quest’anno, in via eccezionale, la giuria ha voluto selezionare, tra i finalisti, un secondo e terzo classificato, come segno di riconoscimento di una ricerca convincente e prospettica.
Si tratta di Pamela Breda, al secondo posto con The Unforeseen – un film sperimentale parte di un progetto più ampio che si propone di analizzare in che modo la realtà virtuale stia ridefinendo la nostra vita individuale e collettiva – e Giulio Bensasson, al terzo posto con The future is bright, un’installazione effimera composta da fiori bianchi dipinti, sui quali si legge una scritta destinata a scomparire. Un’illusione che crolla, lasciando solo un’eco.
L’installazione vincitrice, Salvatici, di Francesco Fonassi è composta da due sculture, copie delle colonne per una macchina processionale della Basilica di Santa Maria in Trastevere; ossia elementi centrali di diffusione sonora dell’elaborazione audio di diversi contenuti sorgente. La registrazione deriva dalla collaborazione con una fisarmonicista e due tracce provenienti da una collezione privata di dischi in gommalacca a 78 giri. Le linee melodiche e i bassi aerei della fisarmonica si intrecciano e plasmano con un canto di guarigione congolese dando vita a un respiro affannoso, concentrato, intento a enunciare una formula di cura e di contagio che le colonne ripetono e rimbalzano, in una continua eco, come cassa di risonanza. Sedotto dalla voce di questa coppia, lo spazio si contrae e si gonfia, teso dall’enigmatica vibrazione di un’intensità.
Una prestigiosa giuria ha selezionato i lavori degli artisti in mostra. Costituita da Ludovico Pratesi, curatore e critico d’arte, Federica Pirani, storica dell’arte e responsabile della programmazione mostre della Sovrintendenza Capitolina, Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione Ermanno Casoli, Anna d’Amelio Carbone, direttrice della Fondazione Memmo Arte Contemporanea, Guido Talarico, direttore ed editore di Inside Art, Anna Mattirolo, delegato alla ricerca e ai progetti culturali speciali Scuderie del Quirinale, Peter Benson Miller, direttore dei rapporti istituzionali e internazionali della Quadriennale di Roma, Gianluca Marziani, curatore e critico d’arte, Cesare Pietroiusti, presidente Palaexpo, Chiara Parisi, direttrice Centre Pompidou-Metz, Roberta Tenconi, curatrice Pirelli Hangar Bicocca Milano e Luca Lo Pinto, direttore del MACRO.
Al vincitore e ai finalisti sia ggiungono i premi speciali, conferiti dai principali sostenitori del concorso.
Fondazione Cultura e Arte ha istituito un premio dedicato ad un artista emergente e uno dedicato a un nome internazionale del panorama artistico. Per la categoria Emergenti è stata selezionata Federica Di Pietrantonio con il dipinto Does the body know, un’opera che porta alla collisione virtuale e reale, trasponendo su tela l’esperienza nata da un videogioco. Per la categoria Internazionale vince invece il premio l’israeliana Gili Lavy con il video Furlong, che analizza il valore e il significato di misurare e mappare la terra, che mostra i segni dei cambiamenti storici e politici sul tessuto geologico.
Il premio speciale UTOPIA, società leader in Italia nell’attività integrata di Relazioni istituzionali, Comunicazione, Affari legali & Lobbying, è stato assegnato invece a Luca Di Luzio per Atlas ego imago mundi, serie di disegni realizzati dall’artista utilizzando il suo corpo come matrice per creare mappe di luoghi immaginari.
Infine il Premio Speciale Inside Art se lo aggiudica Giulio Alvigini per il lavoro Anti Artworld Artworld Club, una bandiera a metà strada tra l’estetica brandizzata e lo slogan da stadio, che rappresenta la riflessione portata avanti dall’artista (e manifestata con toni ironici anche sui social) sulle logiche, le isterie e le contraddizioni che caratterizzano la struttura del mondo dell’arte.
Redazione
Photo Credits: Talent Prize 2020