Cultura

Sei anni dal terremoto di Amatrice, i numeri della ricostruzione che non si ferma

24
Agosto 2022
Di Alessandro Cozza

Ore 3:36 del 24 agosto 2016, un terremoto di magnitudo 6.0 colpisce il piccolo centro di Amatrice, in provincia di Rieti, arrivando a scuotere anche diversi comuni delle Marche e dell’Abruzzo fino a colpirne 140 e coinvolgere 600mila persone. L’epicentro fu tra Accumoli e Arquata del Tronto, due comuni distanti pochi chilometri tra Lazio e Marche, che insieme ad Amatrice furono devastati causando 299 vittime. Oggi, come tutti gli anni, si è tenuta la messa di commemorazione – officiata dal Vescovo di Rieti Domenico Pompili – in ricordo del tragico evento. Prima, la deposizione della corona di fiori nel parco Don Minozzi sotto la statua del memoriale delle vittime.

Questa mattina, a sei anni di distanza, ad accogliere tutte le istituzioni intervenute alle celebrazioni sono state, ancora, le tante gru e i tanti ponteggi simbolo di una ricostruzione che c’è ma procede a rilento. La ricostruzione post sisma, in questo momento, è entrata nella “fase matura” con 10mila cantieri di edilizia privata che sono stati aperti negli ultimi due anni e che, a giugno 2022, hanno fatto registrare 22.700 richieste di contributo. Questo è quanto emerge dal Rapporto 2022, presentato il 19 agosto di quest’anno dal commissario straordinario Giovanni Legnini. “E l’ora di operare, agire, progettare, aprire i cantieri. Le procedure funzionano, le risorse ci sono, la volontà di ricostruzione si è manifestata, e – ha specificato il Commissario – ormai da tempo sono aperti numerosissimi cantiere”. Sul fronte degli interventi pubblici, sono 365 le opere terminate ed altre 315 sono oggi in fase di cantiere. Tra i cantieri citati da Legnini sono 7.256 quelli privati completati con la riconsegna alle famiglie di 16.520 singole unità immobiliari, il 92% di tipo residenziale e l’8% a carattere produttivo.

“Tutti devono venire – ha ammonito mons. Pompili nel corso della predica – pubblico e privato, Stato e società civile, operatori economici ed ordini professionali. Senza il coinvolgimento di tutti, infatti, l’attesa potrebbe allungarsi ancora. A prima vista, tutto sembra fermo all’istantanea della torre che si erge isolata in mezzo al deserto. Ma se si guarda con più attenzione, si scopre che sotto c’è un cantiere, finalmente in movimento”. Poi due esempi concreti su tutti: “Appena più su nell’area del don Minozzi comincia a prendere forma la ‘Casa del futuro’. Appena più giù si delinea il nuovo ospedale di Amatrice”, indica il Vescovo. 

Tra i presenti, le massime autorità delle istituzioni. Per il Governo la ministra dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa, e poi i Presidenti di Regione Lazio e Abruzzo Nicola Zingaretti e Marco Marsilio, oltre che i sindaci dei paesi coinvolti, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio ed il leader della Lega Matteo Salvini.

“In questa giornata ricordiamo prima di tutto le vittime del terremoto che sei anni fa sconvolse questi territori e, come Governo, vogliamo essere ancora più vicini alle loro famiglie. È servito e servirà sempre di più l’impegno di tutti, cittadini, istituzioni, imprese, mondo del volontariato, per completare quanto avviato e per rendere questi splendidi luoghi attrattivi anche per i giovani, diventando anche un simbolo per una riscoperta delle aree interne del nostro Paese”, ha detto la Ministra Messa.

“Oggi ad Amatrice per mantenere una promessa: ricostruiremo Amatrice come prima e meglio di prima. Ci sono stati immensi problemi, ma le gru e i cantieri aperti sono il segnale più importante che la rinascita è iniziata, va avanti e Amatrice sarà come e più bella di prima”, l’augurio del Presidente Zingaretti al quale fa eco l’impegno del Presidente Marsilio: “Le istituzioni sono presenti per garantire con il massimo sforzo il diritto dei cittadini di queste aree interne di tornare a vivere anche con maggiori servizi rispetto a quanti ne avessero in precedenza. Un impegno forte da parte di tutti perché ne vale il futuro di questa terra”.

Tanto è stato fatto fino adesso, ma ancora di più si dovrà fare nei prossimi anni per concludere effettivamente l’opera di rinascita di questi paesi. Ma i binari sui quali lavorare dovranno essere due. Quello amministrativo, per il quale si attendono altre 28mila richieste di contributo da parte dei privati con l’ulteriore obiettivo di realizzare 4.300 interventi pubblici e impostarne quasi altri 2mila nuovi. L’altro è quello della prevenzione, sul quale è intervenuto Capo Dipartimento Curcio: “Sono passati 6 anni ma il paese è sempre fragile. Non abbiamo ancora migliorato molto le cose anche perché i tempi sono lunghi. Siamo giustamente concentrati anche su altri rischi ma il tema della sicurezza e prevenzione sismica è fondamentale. Abitare in zone sismiche lo si può fare solo con strutture resilienti agli eventi”.