Cultura

Rete Dafne, servono coordinamento e investimenti per sostenere i servizi per le persone vittime di reato

28
Giugno 2019
Di Redazione


 


In Italia è ancora insufficiente l’offerta di servizi sul territorio in grado di offrire assistenza e protezione adeguata a tutte le vittime di qualsiasi tipologia di reato. Ma, soprattutto, sta diventando sempre più urgente riuscire a trovare un equilibrio tra finanziamenti privati e pubblici per dare continuità a questi servizi.


 


Sono questi i temi al centro della due giorni di lavoro Servizi di Assistenza alle vittime di reato. Presente e futuroorganizzata a Sassari da Rete Dafne Sardegna, in collaborazione con la Fondazione di Sardegna, proprio per ripensare alla sostenibilità dei servizi e organizzare un piano strategico che possa ridurre il gap che attualmente esiste tra il nostro Paese e la gran parte degli altri Stati membri dell’Unione Europea.


 


Rete Dafne Italia – Rete Nazionale dei Servizi per l’Assistenza alle Vittime di Reato, l’associazione nata proprio per promuovere i diritti delle vittime, in modo uniforme, su tutto il territorio nazionale, ricorda, infatti, come in Italia non sia ancora pienamente attuata la Direttiva 2012/29/UE che prescrive a tutti i Paesi europei di dotarsi di una rete di servizi di assistenza che garantisca alle vittime di reato sostegno e protezione adeguate. Al fianco dell’Italia, gli altri Stati che a oggi non si sono dotati di una rete di servizi di assistenza per le vittime, sono Bulgaria, Grecia, Cipro, Lituania, Lettonia, Romania e Slovenia.


 


Dalla rilevazione delle tipologie di vittime che, per ora, si rivolgono ai servizi che fanno capo alla Rete Dafne Italia emerge come nel 49% dei casi le vittime abbiano un rapporto di matrimonio o convivenza con l’autore del reato. Nel 25% dei casi, invece, il rapporto è definito “occasionale”, nel 16% dei casi registrati esiste una relazione sentimentale, nel 5% dei casi il reato avviene sul posto di lavoro, mentre nel 5% dei casi non è stato specificato.


 

Rispetto, invece, agli interventi richiesti dalle vittime che si rivolgono a Rete Dafne, l’aspetto più ricorrente riguarda il sostegno psicologico (36%), seguito dalla necessità di avere informazioni sui diritti delle vittime (35%), di ricevere informazioni sui servizi presenti sul territorio (12%), di usufruire di un trattamento medico-psichiatrico (7%), di potersi avvalere di servizi di mediazione (7%), di avere informazioni generiche (3%).

Alla mancanza di un adeguato coordinamento per interventi condivisi tra tutti i livelli amministrativi europeo e nazionale, regionale e locale sta cercando di porre rimedio il lavoro portato avanti dal “Tavolo di coordinamento per la costituzione di una rete integrata di servizi di assistenza alle vittime di reato” – istituito nel novembre del 2018 presso il Ministero della Giustizia – al quale partecipa anche Rete Dafne Italia quale associazione con specifiche professionalità. Un tavolo che può diventare un vero riferimento a livello nazionale, consentendo di trovare le giuste forme di sostenibilità e continuità sui territori.

 

Nicolò Marcon

 

Photo Credits: Milano AllNews

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