Cultura
Reputazione delle università e open innovation, la Luiss presenta i suoi studi
Di Redazione
Giornate quanto mai ricche di eventi presso l’Università Luiss Guido Carli. La settimana si è aperta con la presentazione della seconda edizione della ricerca sulla reputazione dell’università italiana nel mondo, realizzata da italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Negli ultimi giorni, invece, è stato presentato il Rapporto COTEC 2021, incentrato sull’Open Innovation, con i risultati di una ricerca condotta dall’Università stessa e la Fondazione Enel e il racconto delle esperienze di Enel, Eni, Intesa Sanpaolo, Leonardo e TIM.
La Ricerca “L’Italia e la sua reputazione: l’università”, condotta dal professor di Domenico Asprone con i professori Pietro Maffettone, Massimo Rubechi e Vincenzo Alfano, ha l’obiettivo di analizzare la situazione del nostro sistema universitario nel confronto internazionale e suggerire policy efficaci per incrementare la qualità e l’attrattività a livello globale, anche alla luce del contesto mutato per il Covid-19.
Da un approccio sistemico all’analisi dei ranking QS e THE, tra i principali per prestigio e per risonanza, il sistema universitario italiano si conferma a qualità diffusa sul territorio, senza università tra le prime 100, ma con oltre il 40% degli atenei nei primi mille a livello globale, meglio di Francia, Cina e Stati Uniti che ne posizionano meno del 10%.
Inoltre, di fronte all’emergenza Covid-19 il nostro sistema accademico si è mostrato resiliente e flessibile, in grado di reagire e di incrementare addirittura le immatricolazioni, anche grazie all’efficacia delle policy messe in campo a livello istituzionale. La “crisi” ha inoltre rappresentato l’opportunità per testare sul campo la didattica a distanza, che in futuro potrà aiutare ad arricchire, anziché sostituire, quella in presenza, in modo strategico, tecnologicamente più sofisticato e inclusivo.
Durante l’incontro odierno “Quali scelte e quali politiche per la reputazione dell’università” sono emerse diverse indicazioni per rafforzare la qualità del sistema universitario e conseguentemente il posizionamento nei ranking, quali: incrementare gli investimenti, intervenire su politiche di reclutamento del personale accademico, migliorare la macchina amministrativa, aumentare le collaborazioni con imprese e tra atenei per internazionalizzazione e attrazione studenti stranieri, agire e comunicare meglio a livello sistemico.
Dal rapporto, invece, emerge che le aziende che adottano allo stesso tempo pratiche di Open Innovation e pratiche virtuose di gestione del personale vedono un livello di profittabilità (ROCE) quasi doppio rispetto a quello delle altre imprese.
Realizzato coinvolgendo un significativo campione di piccole e medie imprese italiane, e considerando le migliori pratiche della grande industria italiana con particolare riferimento alle strategie di innovazione, questo studio conferma quantitativamente un fatto intuitivamente evidente: affinché la ricerca e lo sviluppo tecnologico si traducano in innovazione, ovvero siano in grado di dare una forma profittevole alle buone idee, c’è bisogno di persone che siano in grado di coniugare attraverso scelte gestionali illuminate Idee (ricerca), Invenzioni (tecnologia), e Impatto (benefici). Tre “I” come tre colonne che poggiano sulla più importante delle fondamenta: le persone.
Nella seconda parte del rapporto sono riportate delle “storie di innovazione” raccontate dai soci della Fondazione COTEC – Enel, Eni, Intesa Sanpaolo, Leonardo e TIM. Sono questi esempi concreti di successo che evidenziano come le grandi imprese italiane riescano a mettere efficacemente in pratica il paradigma dell’Open Innovation.
Il Rapporto COTEC 2021, quindi, unisce la divulgazione dei risultati della ricerca scientifica con gli esempi dell’esperienza quotidiana delle imprese, sottolineando, anche grazie al ruolo centrale svolto da Fondazione Enel nel favorire il contatto tra Università e imprese, agendo come trait d’union tra mondo accademico e industria, la volontà delle grandi aziende italiane di condividere le proprie esperienze in un’ottica di sistema.
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