La macchina Italia è stata ferma tre mesi. Per riaccenderla basta che la batteria sia carica. Ma per tornare a vederla performare come e meglio di prima è bene anzitutto lubrificare il motore. Il motore è il nostro patrimonio storico, culturale, artistico. Non solo quello pubblico, ma anche privato.
E' per questo che in queste ore in Parlamento sta montando il dibattito su come tutelare al meglio il nostro patrimonio, perfezionando il Decreto Rilancio in questo senso. Un recente studio della Fondazione Bruno Visentini ha sottolineato come ad esempio le dimore storiche italiane (private) attraggano la bellezza di 45 milioni di visitatori l'anno e a causa del lockdown dovuto al Covid19 prevedono per il 2020 una perdita di 1,8 miliardi di euro in termini di ricavi e oltre 30mila posti di lavoro a serio rischio. Solo un esempio di come l'olio motore di qualità possa davvero fare la differenza nella performance di un'auto sportiva che si accinge a tornare in pista.
Abbiamo chiesto ad alcuni Parlamentari sia di maggioranza che di opposizione che hanno presentato emendamenti a tutela del patrimonio culturale italiano di spiegare l'importanza della loro scelta. Ecco cosa ci hanno risposto.
Rosa Maria Di Giorgi (Partito Democratico): "Salvaguardare il nostro patrimonio storico artistico è un dovere inderogabile, quindi sostenere gli enti pubblici e i privati per il suo mantenimento e la sua valorizzazione appare assolutamente indispensabile. In questa direzione si colloca l’emendamento che ho proposto all'interno del Decreto Rilancio che prevede importanti agevolazioni fiscali per il mantenimento, il restauro e la valorizzazione delle dimore storiche italiane.
I proprietari di ville, palazzi, castelli collocati sia nelle nostre campagne che nelle città spesso hanno difficoltà a mantenere tali immobili nel loro splendore a causa dei vincoli che non consentono adeguate valorizzazioni, turistiche e commerciali, e di una tassazione che in molti casi è poco sostenibile. Ciò non riguarda i singoli proprietari ma riguarda tutti noi, in quanto il degrado di questi edifici comporta una perdita per tutta la collettività, un impoverimento del nostro ambiente, delle nostre città e dei nostri preziosi borghi. Tutti dobbiamo sentirci responsabili del mantenimento del nostro patrimonio storico artistico, pertanto supportare con agevolazioni fiscali i proprietari delle dimore storiche è qualcosa di utile oggi e in prospettiva. In quest’ottica è necessario quindi consentire l’attivazione di progetti di valorizzazione cercando di superare quella cultura del vincolo fine a sé stesso che purtroppo è molto diffusa all'interno di troppe Soprintendenze in Italia.
Permettere ristrutturazioni, anche importanti, all'interno di tali edifici, pur mantenendone la qualità e l’identità, è un obiettivo che dobbiamo rendere concreto modificando alcune norme all'interno del Codice dei Beni Culturali per rendere più agevoli gli interventi necessari, alla luce delle nuove esigenze di fruizione e di sostenibilità che ormai emergono in modo diffuso nella sensibilità collettiva. La crisi causata dal Covid-19 ci metterà, nel prossimo futuro, di fronte a una situazione critica dal punto di vista economico che indubbiamente andrà a colpire anche il mondo delle dimore storiche, le cui proprietà verosimilmente subiranno ulteriori disagi. Diventa sempre più urgente quindi occuparsi in modo coerente di questo settore così importante per la salvaguardia del patrimonio nazionale.
Tutelare un bene significa soprattutto essere in grado di valorizzarlo con interventi di qualità che ne consentano l’uso e la valorizzazione turistica e commerciale, in modo tale che i proventi possano sostenere la proprietà nell'opera di restauro che negli anni, nei decenni o nei secoli, si renda necessaria. Un bene degradato o in rovina, abbandonato e cadente, non provoca un danno unicamente al proprietario, ma lede la bellezza del paesaggio che lo accoglie. Rappresenterà un pessimo esempio per i nostri giovani ai quali dobbiamo insegnare invece come rendere ogni giorno più funzionale e fruibile il bene storico proteggendolo proprio da quel degrado e da quella rovina cui politiche non lungimiranti potrebbero condannarlo".
Michele Nitti (Misto): "Gli immobili storici vincolati – masserie, castelli, ville, palazzi, parchi – oltre a rappresentare una parte fondamentale del nostro patrimonio storico-artistico, costituiscono indubbiamente una preziosa risorsa identitaria nonché un volano per l'economia dei tantissimi luoghi su cui insistono. Anche questo settore, però, sta vivendo una drammatica situazione di crisi, legata fondamentalmente al blocco prolungato di ogni attività culturale e alla drastica riduzione del mercato turistico, a seguito delle azioni di contenimento del Covid-19. Sono certo che queste dimore, su cui gravano contesti normativi e fiscali relativi alla loro gestione e manutenzione poco favorevoli e non particolarmente agili, possono rappresentare un importante elemento di ripartenza per le economie territoriali, per il rilancio del settore turistico e per la riscoperta dei luoghi e della storia della cultura italiana. Per questo motivo ho ritenuto opportuno portare all'attenzione del Parlamento alcune istanze evidenziate dal settore sottoforma di emendamenti al prossimo Decreto Rilancio, augurandomi che tutto ciò possa contribuire a potenziare la logica inclusiva di un decreto finalizzato proprio a “rilanciare” il nostro Paese in tutte le sue componenti."