Cultura

Mondo della comunicazione  e del giornalismo: a che punto siamo?

05
Giugno 2024
Di Elisa Tortorolo

Si è svolta a Roma, a inizio settimana, la seconda edizione degli Stati Generali degli Uffici Stampa e della Comunicazione del Lazio. Quali competenze e quali tutele per chi opera tutti i giorni nel mondo dell’informazione e della comunicazione? Per offrire una risposta a queste domande si è tenuta lunedì scorso, 3 giugno, nella Sala Protomoteca del Campidoglio, a Roma, la seconda edizione degli Stati Generali degli Uffici Stampa e della Comunicazione del Lazio.

L’iniziativa, promossa dalla Consulta degli Uffici Stampa dell’Associazione Stampa Romana in collaborazione con l’Associazione Italiana Comunicazione Pubblica e Istituzionale e con Roma Capitale, ha rappresentato l’occasione per un confronto sullo stato dell’arte della comunicazione tra gli operatori del settore. 

Tanti gli spunti e i momenti di dibattito. Ad aprire i lavori e concentrare il focus sui protagonisti dell’informazione all’interno della Pubblica Amministrazione Stefano Ferrante, segretario dell’Associazione Stampa Romana. Che lancia un’idea: “è necessario un patto di consultazione con gli altri sindacati affinché, al tavolo contrattuale con Aran (l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni), vengano rivendicate anche le istanze dei giornalisti.

Si è discusso poi del ruolo degli uffici stampa e della loro evoluzione nel tempo. Antonio Ranalli, presidente della Consulta degli Uffici Stampa, ha affermato che “l’addetto stampa del futuro, in un mondo della comunicazione sempre più diversificato, deve avere connotazioni e profili diversi”. Anche per  questo, quindi, la seconda parte della giornata si è concentrata sull’esperienza diretta da parte dei portatori di interesse, soprattutto in ambito privato.  “Abbiamo cercato”, ha spiegato Gaia De Scalzi, vicepresidente della Consulta degli Uffici Stampa e Direttore Media Relations di UTOPIA, “di scattare una fotografia di quella che è la comunicazione intesa a 360 gradi, con tutti i suoi attori: dagli addetti stampa ai social media manager”. 

A rappresentanza di quest’ultima categoria era presente Riccardo Pirrone, presidente dell’Associazione Nazionale Social Media Manager – nonché Social Media Manager della celebre agenzia funeraria Taffo – il quale ha descritto l’impossibilità di incasellare questo nuovo ruolo all’interno di classificazioni professionali classiche: “per questo abbiamo deciso di creare l’Associazione, con regole, valori, ideali che sanciscono e racchiudono la nostra professione”.

Ma a livello di tutele, cosa offre in concreto il legislatore a figure professionali in costante evoluzione? A fare una ricognizione delle regole e  rispondere sul punto è intervenuto Alberto Gava, partner di Prestige Legal&Advisory. Secondo Gava, “in Italia c’è ancora bisogno di una distinzione forte, a livello normativo, tra l’attività di giornalismo e quella di comunicazione. Solo così sarà garantita una maggiore tutela per entrambe le forme di espressione”.  

Fotografie, riprese e montaggio a cura di Simone Zivillica