La voglia di cambiamento travolge tutti, anche il canale all-news di Sky: Sky Tg24. La propria casa non basta più e la voglia di uscire la fa da padrone. Stare seduti a guardare non piace a nessuno, soprattutto a chi fa dell’informazione la propria professione. Cosa accade? Far entrare nelle case dei cittadini i nuovi termini a cui si è abituati da mesi come: Recovery Fund, Mes, sostenibilità, empowerment femminile, digitalizzazione, pandemia, non è abbastanza.
Servono tavoli di confronto alla portata di tutti. Le audizioni in Camera e Senato sembrano troppo altolocate per comprendere appieno il linguaggio che dovrebbe impattare davvero sull’opinione pubblica. Per questo Sky ha allestito confronti sull’attuale insostenibile emergenza sanitaria con ospiti d’eccezione. Perché, solo ora, si sente parlare di vaccini come fosse la fine di una sceneggiatura catastrofica, ma la luce in fondo al tunnel è ancora troppo tenue e non tutti riescono a vederla, tantomeno pensano di raggiungerla. “Live in Courmayeur” ha messo a disposizione di tutti argomenti del nostro tempo in un modo nuovo ed inclusivo. The Watcher Post ha seguito il nuovo format e diviso i tavoli di confronto in due puntate.
PRIMA PARTE
Empowerment femminile
Il dibattito dedicato alla parità di genere ha visto il dialogo di tre figure d’eccezione. Durante la pandemia le donne hanno dato un contributo altissimo nell’assistenza, che però è lo stesso motivo per il quale sono state le più colpite, insieme ai giovani, sul fronte occupazionale perché costrette, nella maggior parte delle occasioni, ad occuparsi dei figli e degli anziani. Un problema che si riscontrava anche prima dell’emergenza sanitaria, ma che è stato reso evidente a causa del Covid. “Il sacrificio delle donne non ha reddito e quindi c’è una perdita di potere” così Kerry Kennedy attivista americana, un potere difficile da raggiungere se non si ha una società proiettata sulla parità di genere. “Vivere in una società in cui uomini e donne abbiano le stesse opportunità permetterebbe di appianare questa disparità” questo è quanto detto dalla premier islandese Katrín Jakobsdóttir, dal permettere alle donne di ricoprire ruoli importanti significa dare loro indipendenza economica e diritti. “Le donne, storicamente, sono sempre state dipendenti a livello economico, culturale e politico e da questo ne deriva un controllo. Il patriarcato dà agli uomini il dominio del mondo e soprattutto il dominio delle donne” perché i diritti delle donne vengono sempre minacciati nei periodi di crisi, questo è ciò che pensa la scrittrice Isabel Allende.
Non poteva passare inosservata la vittoria di Joe Biden e della sua vicepresidente Kamala Harris, definita rispettivamente la creazione di un cambiamento nel mondo, un traguardo che deve permettere a tutti le stesse possibilità e l’inclusione nella società di donne, persone di colore e giovani. Dal confronto emerge che le sfide da perseguire sono il ritorno alla normalità, utilizzando la pandemia come un’occasione per combattere crisi come il cambiamento climatico, ed il ripristino del sistema welfare. Infine, conclude Kerry Kenndy, la sfida che riguarda l’America è quella di affrontare la divisione e “trovare una soluzione per comprenderci reciprocamente e guarire il dolore dell’altro”.
I leader di partito si esprimono
I temi caldi del momento hanno acceso il dibattito tra i capi dei partiti più votati in Italia. Ognuno con la propria risposta ad ogni argomento sollevato, poca conciliazione e molta polemica.
Con un’estrema consapevolezza rispetto all’eccezionalità del periodo storico le priorità identificate dai leader sono l’aiuto alle imprese nell’innovazione tecnologia, secondo Vito Crimi, rispettare le regole sanitarie per perseguire una rinascita, secondo Zingaretti. Matteo Salvini ritiene importante aiutare il Governo a non ripetere gli stessi errori soprattutto in relazione al settore scolastico, sostiene una revisione del Dpcm Natale in una prospettiva più conciliante e non di chiusura ed una sospensione delle tasse per avere un anno di pace fiscale. Combattere il virus, non limitandosi all’aiuto dei cittadini, ma rinforzando il sistema sanitario sul territorio, con un’attenzione estrema alla scuola e ai trasporti è ciò che sostiene Renzi che trova un sostegno sul rinforzo della sanità in Tajani che, a sua volta, ritiene necessario un incremento delle corse, accordi con le imprese private, attenzione alle fonti esterne al nostro Paese di contagio, azione di sostegno per le piccole e medie imprese con un semestre bianco, motivo per cui ha votato allo scostamento di bilancio. Mentre la Meloni punta più su una diffusione capillare dei protocolli visto che non ce n’è stato uno chiaro per i medici di base.
La battaglia sul Mes, vista come ideologica, fa arrivare il dibattito alle scosse sismiche. Se prima i toni potevano essere concilianti e ironici con un retrogusto di astio, i punti di vista dei leader diventano irremovibili a tal punto da far accrescere il contrasto. Una netta differenza si nota sul tema vaccini, sui quali sembrano tutti concordare sulla risposta, con alcune specifiche in merito.
Secondo il rappresentante del Movimento 5 Stelle il Mes andrebbe smantellato con una soluzione comunitaria. La visione di Vito Crimi è quella di uno strumento inadeguato ed anacronistico, una frase che getta le basi sul fatto che gli altri Paesi membri non ne abbiano usufruito. Passando agli Stati generali che il M5S si è lasciato alle spalle da poco, non fa pronostici per chi farà parte del direttorio e specifica che lo decideranno gli iscritti. infine si rende disponibile a vaccinarsi senza alcun problema.
Nicola Zingaretti crede che si tratti a tutti gli effetti di una battaglia ideologica, per questo motivo, sul Mes, invita a non guardare al passato ma a dare uno sguardo al futuro per la ricostruzione e l’ammodernamento del sistema sanitario. Da ex positivo al Coronavirus e quindi dotato di anticorpi, il rappresentante del PD si definisce pronto perchè “va fatto”. Sulla possibile candidatura di Calenda si esprime così: “vincerà chi sarà più in grado di rappresentare la coalizione.”
Salvini si concentra sulle condizioni dettate dal Mes soprattutto dall’articolo 13 e 14 che si basano sulla restituzione dei fondi presi e in questo modo attacca Renzi che invece sostiene il suo utilizzo con forza. Inoltre definisce il nuovo Dpcm sul Natale un provvedimento per ricchi a causa della durata del periodo in cui sono vietati gli spostamenti tra regioni. Per ciò che riguarda il vaccino è stato l’unico titubante solo per puntualizzare: “Lo farò solo se assolutamente sicuro.” E tiene a chiedere per quale motivo il Regno Unito potrà avere disponibilità dei vaccini tra due settimane mentre l’Italia dovrà aspettare due mesi prima di poterne usufruire.
Alle varie specifiche del leader della Lega risponde Matteo Renzi, come un sostenitore del Mes per il risparmio di 300 milioni che ne deriverebbe. Favorevole al vaccino il leader di Italia Viva spiega che la sicurezza che desidera Salvini deriva proprio da quei due mesi di attesa che avrà l’Unione Europea nella distribuzione.
Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, detta la sua linea contro il Mes in quanto non pensa che sia una riforma vantaggiosa per il Paese. In qualità di giornalista specifica che ha sempre fatto tutti i vaccini necessari per compiere il suo lavoro e che quindi eseguirà anche questo senza prevaricare nessuno.
Giorgia Meloni identifica il Mes come una riforma che salva le banche tedesche e la stessa posizione avviene per la versione senza condizioni che secondo la leader di FdI “senza condizionalità non è”. Adeguandosi alle regole dettate dal medico di base, la Meloni si vaccinerà in attesa che tale procedimento venga effettuato prima alle persone più a rischio.