Il nuovo Dpcm, entrato in vigore il 26 ottobre, chiude cinema, teatri e sale da concerto. Vietate anche “fiere di qualunque genere ed altri analoghi eventi. Rimangono aperti, invece, musei e istituzioni culturali. Uno stop che reca un enorme danno per il settore che stava cercando di rialzarsi dopo il primo lockdown nazionale. Le restrizioni dell’ultimo decreto hanno scatenato un dibattito molto acceso, quasi inevitabile.
The Watcher Post ha sentito Sergio Cerruti, Presidente di AFI, Vicepresidente di Confidustria Cultura e neopresidente del Gruppo Media di Assolombarda: “Si tratta di misure severe, ma dovute. Ricordiamoci che il mondo della cultura, della musica, dell’arte non si ferma oggi, si tratta piuttosto di una pausa necessaria tra un atto e l’altro, ma lo spettacolo continua.”
Inoltre, ponendo l’attenzione sulla situazione sanitaria Cerruti ha aggiunto: “L’aggravarsi della situazione epidemiologica pone al primo posto la tutela della salute e la sicurezza di tutti i cittadini. È pertanto fondamentale richiamare tutti gli interlocutori a un forte senso di responsabilità.”
Poi chiosa: “Apprezziamo, l’interesse da parte del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nei confronti del nostro settore ed è evidente la necessità di interventi per prevedere ed evitare il verificarsi di danni ulteriori all’intera collettività. Confidiamo, tuttavia, in un provvedimento immediato a sostegno di un comparto, quale quello della cultura e della musica – da mesi sottoposto a una dura prova di resistenza – che dia reale supporto e respiro alle imprese, ma soprattutto agli artisti e ai lavoratori che lo compongono.”
Non ci rimane che sperare in una situazione migliore prima del 24 novembre.
Redazione
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