Cultura

Il segreto della longevità del Premio Michetti

05
Luglio 2024
Di Mattia Silvestri

Nozze di platino per il Premio Michetti dedicato all’arte contemporanea: il 20 luglio al MuMi di Francavilla al Mare, in Abruzzo, si terrà la 75esima edizione. Il Presidente della Fondazione Michetti Andrea Lombardinilo, al suo terzo anno in carica, racconta a The Watcher Post in anteprima tutte le novità del 2024.  

Presidente Lombardinilo, qual è il segreto della longevità del Premio Michetti?

La sua tradizione e il suo prestigio innanzitutto, al netto degli alti e bassi che ne hanno contraddistinto la storia, anche recente. Promuovere ogni anno il Premio di arte contemporanea più longevo d’Italia è una grande responsabilità, non solo artistica e culturale, ma anche istituzionale e intellettuale, che impone la necessità di sperimentare e allo stesso tempo di rispettare la tradizione, di innovare senza stravolgere i paradigmi artistici, senza mai rinunciare all’autonomia e alla libertà di cui hanno goduto i curatori che di anno in anno si sono avvicendati a Palazzo San Domenico, sede storica della Fondazione Michetti. Un edificio di grande fascino architettonico, collocato a poca distanza dal leggendario Convento in cui Francesco Paolo Michetti raccolse le migliori intelligenze del suo tempo, a partire da Gabriele d’Annunzio. Credo siano loro i numi tutelari del Premio Michetti, garanzia assoluta sul piano creativo ed estetico. Voglio ringraziare Regione Abruzzo, Comune di Francavilla al Mare e Fondazione Pescarabruzzo per il sostegno economico.

Quali sono le principali novità dell’edizione 75?

In primis l’impronta internazionale voluta dal curatore, Simone Ciglia, che insegna all’Università dell’Oregon e conosce perfettamente il panorama artistico nazionale. Il progetto di ricerca che ha elaborato per questa edizione, ispirato alle Lezioni americane di Italo Calvino, coinvolge personalità di primo piano del mondo dell’arte, come Stefano Arienti, Elisabetta Benassi, Claire Fontaine, Paolo Icaro, Eugenio Tibaldi, cui si aggiunge Giulio Paolini, presente in mostra con una sezione speciale. A loro si aggiunge una pattuglia di promettenti giovani artisti, Beatrice Celli, Gaia De Megni, Giulia Poppi, Danilo Sciorilli, in gara nella sezione Michetti giovani. Sono stati selezionati da critici e curatori attenti al panorama più recente: Giacinto Di Pietrantonio, critico e curatore d’arte; Francesca Guerisoli, critica d’arte presso Fondazione la Quadriennale di Roma e direttrice artistica della Fondazione La Rocca di Pescara; Caterina Riva, Direttrice MACTE, Museo d’Arte Contemporanea di Termoli; Saverio Verini, Direttore dei Musei Civici di Spoleto. Sono soltanto alcune delle novità di questa edizione, che ospiterà opere in parte site specific, realizzate appositamente per il Premio.

Oltre alle opere degli artisti in concorso la Fondazione ha deciso di mettere in mostra molti dei capolavori della Collezione, tra cui diversi vincitori del Premio Michetti in questi 75 anni di vita. Che tipo di esperienza si deve aspettare un visitatore del MuMi quest’estate?

Sì, vorremmo allestire la mostra antologica della Fondazione, che vanta nomi di primissimo piano del panorama artistico nazionale e internazionale, come Enrico Prampolini, Achille Funi, Alberto Sughi, Mario Ceroli, Chris Gilmour, Flavio Favelli, Velasco Vitali, Tullio Balzano, Piero D’Orazio, Christian Balzano, solo per citarne alcuni. Una volta risolti alcuni problemi legati alla logistica e alla sicurezza delle sale, mi auguro sia possibile visitare la mostra antologica in pendant con il Premio, stabilendo così un colloquio a distanza tra passato e presente della Fondazione. Voglio comunque ricordare che il progetto del curatore prevede che le opere in gara dialoghino con le opere presente in situ. Si tratta di una scelta che costituisce un significativo elemento di novità di quest’anno. Si profila così un’esperienza realmente immersiva per i visitatori, che consentirà una reale simbiosi museale tra le sale della Fondazione e gli ambienti ipogei del Museo in cui sono esposte le meravigliose tele giganti di Michetti, rimaste troppo a lungo slegate, sul piano fruitivo. Le nuove dotazioni digitali e informatiche di cui finalmente agevoleranno questa sfida.

L’impronta internazionale al Premio Michetti 2024 viene anche dal curatore Simone Ciglia, che vive e lavora stabilmente in Oregon, negli Stati Uniti, ma è fortemente legato all’Abruzzo. Perché questa scelta?

Simone Ciglia è molto giovane ma è già affermato nel panorama artistico internazionale. Le visite guidate svolte lo scorso anno per l’edizione 74 del Premio, curata da Costantino D’Orazio, hanno avuto un grande riscontro di pubblico. Inoltre, Ciglia ha una visione dinamica e crossmediale della produzione artistica contemporanea, maturata grazie alla sua passione ma anche alla sua attività professionale, che si svolge tra Londra e gli Stati Uniti, senza trascurare la conoscenza delle dinamiche locali e dei fermenti artistici che animano il territorio.

La Giuria 2024 del Premio Michetti sarà presieduta da Angelo Piero Cappello, Direttore Generale Creatività e Arte Contemporanea del Ministero della Cultura. Che spessore dà al Premio una figura come quella di Cappello?

Avere come presidente di giuria il Direttore Angelo Piero Cappello conferisce a questa edizione un incontestabile spessore istituzionale, e uno spessore culturale molto elevato, considerato che Cappello è già stato responsabile della collezione d’arte contemporanea della Farnesina e direttore del Centro per il libro e la lettura (Cepell). Da due anni Cappello è anche componente del Comitato tecnico della Fondazione Michetti. Insieme a lui, in giuria, ci saranno Francesca Barbi Marinetti, Giuliana Benassi, Anna Mattirolo, Cristina Ricciardi e il sottoscritto. Si tratta di una giuria variegata e ben assortita sul piano delle competenze e degli interessi artistici. I giurati si riuniranno la mattina del 20 luglio per visionare le opere in concorso e selezionare l’opera vincitrice, che sarà annunciata nel tardo pomeriggio nel corso della serata inaugurale. Nel corso dell’inaugurazione sarà inoltre presentato il rinnovato Comitato tecnico della Fondazione, che oltre a Cappello e al sottoscritto, vede coinvolti  Costantino D’Orazio, Daniela Garofalo, Nunzio Giustozzi, Ilaria Miarelli Mariani, Lella Mazzoli, Anna Lisa Tota.

Quali sono le sfide che affronta una Fondazione come quella che Lei presiede a livello locale, nazionale e internazionale?

Le sfide sono tante, a livello locale innanzitutto, perché è necessario conciliare le aspettative di pubblico e addetti ai lavori con i vincoli di bilancio e le norme di sicurezza che devono essere garantite per le opere, per gli artisti, il personale e i visitatori. Dal mio insediamento sto lavorando per garantire il rispetto delle norme di sicurezza. Su questo versante c’è ancora da lavorare, come ben sa l’amministrazione comunale. Vorrei che le istituzioni che ci supportano, Regione e Comune in primis, implementassero l’interlocuzione con la Fondazione sul piano progettuale e culturale, oltre che normativo, con l’obiettivo di stimolare buone pratiche di condivisione e di sviluppo. Sono in atto collaborazioni sul piano nazionale, volte a far uscire il Premio dal perimetro cittadino e a far circolare di più le opere che formano il nostro patrimonio.