Cultura
“Il saper fare italiano”. Inno all’artigianalità nostrana, tra memoria del passato e sfide del futuro
Di Elisa Tortorolo
L’artigianato italiano è da secoli un pilastro dell’economia e dell’identità culturale del nostro Paese. È questo il cuore pulsante del libro Il saper fare italiano di Maurizio Carucci, giornalista di Avvenire, edito da Over Editrice, che, attraverso dati, storie e analisi, traccia un quadro completo delle sfide e delle opportunità di questo settore ancora essenziale per il nostro indotto.
Il libro nasce dall’esperienza dell’autore come curatore della rubrica èLavoro, per la quale ha raccolto testimonianze di artigiani da Nord a Sud della nostra Penisola. Ne emerge una narrazione di un mestiere che va ben oltre la semplice duttilità manuale, ma costituisce un vero e proprio universo fatto di passione, creatività e resilienza. Dai maestri calzolai ai falegnami, passando per i cioccolatieri e i distillatori, ogni storia è una finestra su un pezzo d’Italia. Pezzo che rischia però di schiacciarsi a causa del peso della globalizzazione e del consumo di massa.
Al centro del saggio, come sempre, i dati: protagonista indiscusso, infatti, è il progressivo calo del numero di artigiani in Italia. Una fotografia allarmante: dal 2012 al 2023, il settore ha perso quasi 410mila operatori, con un drastico calo delle imprese attive. Un declino che, spiega Carucci, ha cause molteplici, che vanno dalla concorrenza della grande distribuzione, all’aumento dei costi di gestione; dalla scarsa attrattività del settore per i giovani, all’assenza di politiche di sostegno. Una crisi economica, certo, ma anche sociale e culturale: la chiusura delle botteghe porta con sé perdita di saperi, di tradizioni, di socializzazione e un complessivo impoverimento del tessuto manufatturiero delle nostre città.
Eppure, oltre alla denuncia, Il saper fare italiano invita ad agire: in prospettiva, da residuo del passato, l’artigianato potrebbe facilmente trasformarsi in un asset strategico del domani nostrano. Il quale, secondo l’autore, deve imprescindibilmente passare attraverso innovazione, nuove tecnologie, formazione e sviluppo delle competenze, ma anche maggiore valorizzazione della qualità e del Made in Italy.
Un libro che, insomma, oltre a essere un omaggio alla nostra tradizione, vuole essere un vero e proprio manifesto di quanto sia fondamentale difenderne la tutela. Nell’era dei dazi trumpiani e con le politiche commerciali protezionistiche ormai all’ordine del giorno, sarà sempre più la qualità del nostro tessuto produttivo a rappresentare la nostra marcia in più. Il saper fabbricare e costruire pezzi unici come patrimonio inestimabile e autentico della nostra cultura. La quale ha bisogno di cura e attenzione per continuare a rappresentare un’eccellenza globale.
