Cultura
Il ‘Ci’ sistema linguistico-strategico del populismo
Di Roberto Benini
A pensarci bene, una particella pronominale è alla base della narrazione populista di ogni provenienza politica.
‘Ci’ vogliono mettere il bavaglio, ‘Ci’ stanno riducendo in miseria, ‘Ci’ vogliono vaccinare per controllare la nostra vita, ‘Ci’ vogliono far invadere dai clandestini, ‘Ci’ vogliono far credere che…. Sono solo alcuni esempi di frame comunicativi tra i più ripetuti dai populisti di varia natura, introdotti usando proprio la particella ‘Ci’.
Nelle esternazioni politiche scritte o in voce e video, soprattutto nei talk radiotelevisivi, il ‘Ci’ è l’arma più usata, spesso coniugata alla semplificazione, sempre legata alla banalizzazione delle tematiche affrontate.
‘Ci’ e semplificazione vengono offerte al mercatino del palcoscenico mediatico con il ‘ nobile’ intento di parlare in modo chiaro e accessibile a tutti, dire la verità, cantargliene quattro…
Alcuni fortunati format televisivi, sfruttano a piene mani questo efficace tipo di retorica, ma anche quelli che si considerano più ‘seri’, spesso, non riescono ad evitare di cadere nella trappola.
Si perché quando si dice ‘Ci’ eccetera eccetera, la risposta del giornalista interrogante, o dell’interlocutore in genere, dovrebbe essere: ma chi sarebbero questi Ci a cui tutto il male del mondo viene imputato? Chi sono questi ‘Loro’? E tutte le poche volte che la contromossa viene praticata arriva, puntuale, l’elencazione della lista nera populista: “I poteri forti, la Ue, le multinazionali, le banche, Big Pharma, le lobby, Soros, Melinda e Bill Gates” e via cosi.
Tutto in funzione del ‘Grande Reset’ come lo chiamerebbe Carlo Freccero che poi sarebbe l’obiettivo finale di ‘Ci’ e Loro’ : sottomettere i cittadini del mondo globalizzato ai propri disegni di controllo e sfruttamento capitalistico.
Intendiamoci, non è che chi fa parte di quell’elenco siano tutti proprio agnellini e benefattori disinteressati dell’umanità, è ovvio che rappresentano interessi e posizioni di potere, con le quali un sistema politico sano ed equilibrato dovrebbe relazionarsi da una posizione non subalterna.
Ma il convincimento che esista una sovrastruttura mondiale che vuole assoggettare il mondo non è roba nuova.
Può considerarsi scontato il riferimento al ‘classico’ complotto pluto-demo-giudaico-massonico partorito dai nazifascisti e, di fatto, presente in non poche teorie politiche illiberali.
Da non dimenticare anche il cosiddetto SIM, lo Stato Imperialista delle Multinazionali, contro il quale le Brigate Rosse dichiararono guerra allo Stato, con una terribile campagna di sangue, durata oltre un decennio.
Imputare tutto il male ad altri, ad un gruppo di persone, istituzioni e rappresentanze di interessi, indirizza un fumo acre molto pericoloso sul dibattito pubblico.
Non solo perché così non si affrontano problemi che sono complessi e di non facile soluzione, ma anche perché magari puntando sulla paura e la rabbia contro ‘Loro’, il populista vince le elezioni e poi gli tocca governare. E allora sono dolori. Molte esperienze di questo tipo, in Italia e non solo, infatti, dopo ampie vittorie elettorali, sono cadute o drasticamente ridimensionate nel consenso proprio per incapacità di gestire problematiche complesse non risolvibili dando la colpa ad ‘altri’ che poi sarebbero ‘loro’. Oppure, per salvare la baracca da populisti ci si trasforma in pragmatici ed equilibrati sostenitori delle politiche portate avanti dal governo di Mario Draghi.
Ma c’è un altro aspetto della vicenda che dovrebbe far riflettere soprattutto il sistema dei media italiani.
E’ evidente che le posizioni populiste più estreme e strambe possono incuriosire e attrarre il lettore-telespettatore, sentir parlare uno che sostiene che la terra è piatta o che i vaccini servono a metterci un chip sottopelle o che siamo vittime delle scie chimiche degli aerei americani, fa spettacolo in Tv, e raccoglie click sui siti. Il problema è che dando spazio a persone che sono convinte che si voglia far del male ai bambini (Bibbiano) che forze oscure operano per trasformarci in schiavi e che c’è un progetto di ‘Loro’ per realizzare una sostituzione etnica dei bianchi con i neri, qualcuno ci crede e potrebbe arrivare a gesti estremi. Chi si ricorda del giovane neofascista che a Macerata sparò ferendo gravemente alcune persone di origine africana incontrate per caso? Del resto, per difendere i bambini e i confini della Patria, per combattere il ‘Grande Reset’ dei poteri forti, si può fare di tutto. Le Br erano convinte che l’Italia stesse diventando uno stato di polizia contro proletari e lavoratori, i neofascisti mettevano le bombe certi che fosse l’unico modo per fermare la sovietizzazione dell’Italia. Qui ci si è ammazzati anche tra tifosi di calcio, anche perché se la tua squadra è la tua fede, per la fede si può fare di tutto.
Se l’informazione fosse professionalmente più reattiva verso chi usa sistematicamente il ‘Ci e il ‘Loro’, se si limitasse lo spazio di chi, ad esempio, annuncia manifestazioni contro il green pass in grado di “bloccare l’Italia” con milioni di partecipanti che alla fine sono pochissima roba, forse il discorso pubblico italiano migliorerebbe e le persone potrebbero farsi un’idea basata sull’ascolto di posizioni diverse, comunque verificate e corrette.