Cultura

I grandi tradimenti della storia, il libro dell’Ambasciatore Vecchioni

21
Febbraio 2025
Di Adriano Metz

Giuda, Bruto, Benedict Arnold, Rosemberg, Vlasov, Farewell, Talleyrand e altri. Le storie dei tradimenti e dei traditori sono nell’aria come le foglie d’autunno, fanno parte del racconto della società da quando si è piccoli ed esistono da sempre. Prima nei racconti familiari (Caino e Abele, che qui mancano), poi a scuola, nei libri di storia e nei capolavori della letteratura; e dopo ancora sono i più grandi, i mentori, che ci mettono in guardia dai pericoli della vita con gli aneddoti e i drammi dei “grandi traditi”.

Proprio perché il tradimento è un sentimento umano, lontano dal vivere civile eppure vivo nell’oscurità dell’animo di ogni essere, è un tema che ha sempre affascinato e che continuerà ad affascinare nel tempo. Una ragione in più per leggere (o ri-leggere) i tradimenti più celebri della storia dalla penna di Domenico Vecchioni, autore prolifico e diplomatico esperto che è stato tra l’altro console generale a Madrid e a Nizza, portavoce della rappresentanza presso la Nato a Bruxelles, vice-rappresentante permanente al Consiglio d’Europa e ambasciatore d’Italia all’Avana.

Nel racconto Vecchioni si distacca dalla cronaca degli eventi, dal tono storico, per inserire note di colore, aneddoti personali o riferiti, come “i siberiani insensibili al freddo e così precisi nel tiro che riescono a uccidere gli ermellini mirando tra gli occhi per non rovinare gli occhi”. Inciso, gli ermellini erano bianchi e correvano nella neve.

L’esperienza da diplomatico induce a guardare un evento da più prospettive: il caso Von Stauffenberg, l’ufficiale nazista che cercò di uccidere Hitler, ne è un paradigma: solo guardandolo dall’ottica nazista, infatti, è un traditore. Come Badoglio è un traditore solo per i fascisti. Per Vecchioni, come per Dante, i traditori non sono tutti uguali. Ma per il poeta sono tutti criminali, che si tradisca la patria, l’ospite, la famiglia o il Bene. Vecchioni invece non classifica i traditori sul metro di chi o cosa hanno tradito, ma in base a per chi o per che cosa hanno tradito.

Un’ottica post-moderna che introduce concetti interessanti, come il traditore per utopia, o il traditore in nome dell’umanità: un traditore più comprensibile, più vicino e, in sostanza, più condivisibile.

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