Giovanni Goria è stato il più giovane presidente del Consiglio della prima Repubblica, protagonista di primo piano della vita politica e istituzionale italiana, tra la fine degli Anni ’70 e l’inizio dei ’90. Oggi, nella sua Asti, Sergio Mattarella partecipa alle celebrazioni per i trent’anni dalla morte, avvenuta il 21 maggio 1994, a 51 anni.
Dai modi sempre affabili e con la battuta pronta, sguardo sorridente sotto il ciuffo di capelli, Goria è stato ministro del Tesoro, del Bilancio, dell’Agricoltura in tempi non facili. Ha lavorato al risanamento dei conti pubblici e alla razionalizzazione delle spese, con l’inflazione alle stelle in un Paese in crisi, dovendosi inoltre confrontare con una politica agitata e conflittuale dalle alleanze instabili.
Le tappe politiche
Il suo legame con le radici piemontesi è sempre stato molto forte. Nato ad Asti nel luglio del ’43, ad aprirgli la strada in politica, dopo la laurea in Economia e Commercio, fu un esponente storico della Dc, Giovanni Marcora. Nel ’76, Goria venne eletto per la prima volta alla Camera e poco dopo Andreotti lo chiamò alla guida dell’ufficio economico di Palazzo Chigi. Nell’81 diventa sottosegretario, nell’82, a 39 anni, è ministro del Tesoro. Nell’87 Cossiga gli affida il governo. Successivamente è ancora ministro. Infine, il distacco dalla politica con il suo coinvolgimento nell’inchiesta legata allo scandalo per l’ospedale di Asti: sarà scagionato a caro prezzo.
Il Trentennale
Oggi, un evento organizzato dalla Fondazione che porta il suo nome ed è presieduta dal figlio Marco, ne celebra la figura al Teatro Alfieri di Asti, la sua città, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una figura tutta da approfondire in una prospettiva storica per superare l’idea, limitante, del tecnico di provincia.
Leggi che portano la sua firma e l’Europa come orizzonte
Tra le leggi che portano la firma di Goria, c’è la legge sulla Denominazione di origine e indicazione geografica tipica, la L. 10 febbraio 1992, n. 164, ancora oggi alla base della disciplina Ue. Ma Giovanni Goria è stato anche parlamentare europeo: eletto nelle liste della DC, nel 1989, con oltre 640 mila preferenze. Un trionfo: il più votato del nord ovest.
Dopo una pausa dovuta alla delusione per la caduta del Governo provocata dai franchi tiratori, lavorò intensamente a una serie di convegni denominati “Europag2” in vista di quello che sarebbe stato il Trattato di Maastricht.
Europeista e innovatore
Innovatore non solo dal punto di vista dell’immagine, fu protagonista del primo tentativo di rinnovamento di una classe politica che dava segnali di crisi. Propose per primo il tema dell’introduzione della “Carta del cittadino”, introducendo di fatto il tema della transizione informatica nei servizi. Convinto europeista affrontò, a Bruxelles, il tema dell’allargamento a Est proprio nel gioni della caduta del muro di Berlino. Dopo il trionfo alle Europee, disse: “Non posso deludere chi mi ha votato. Io in Europa ci voglio andare”.