Cultura

Giù le mani dai classici

02
Aprile 2023
Di Flavia Iannilli

L’effetto domino non intende fermarsi. La casa editrice americana HarperCollins pubblicherà delle nuove edizioni dei grandi classici di Agatha Christie. Tale revisione che comprende tutta la serie di Miss Murple e alcuni romanzi di Poirot è iniziata nel 2020 e consiste nella rielaborazione o rimozione di tutti quei passaggi che potrebbero urtare la sensibilità moderna. Le omissioni o le modifiche faranno riferimento alle descrizioni fisiche di alcuni personaggi, alle etnie o alle nazionalità differenti da quella britannica.

Da notare bene che ogni espressione utilizzata è figlia della mentalità di un’epoca ben precisa che in questo caso deriva dal colonialismo inglese; si tratta di storia non di una leggenda metropolitana.

Le nuove pubblicazioni riporteranno la seguente dicitura: “Questo libro è stato scritto in un’epoca in cui termini e atteggiamenti che possono essere considerati offensivi dai lettori moderni erano all’ordine del giorno. A questa edizione sono stati apportati numerose modifiche, pur mantenendo il testo più vicino all’originale e al periodo in cui è ambientato”.

Ad un occhio più attento non sfugge una globale connessione con la cancel culture che si sta facendo spazio soprattutto negli Usa; basti prendere come esempio l’abbattimento delle statue di Cristoforo Colombo su suolo americano.

Ma a finire nell’occhio del ciclone dei sensitivity readers, questa la figura che si sta facendo largo nel settore editoriale, prima della Christie fu Roald Dahl. La Puffin Books e i detentori dei diritti di Dahl decisero di riscrivere alcune opere famose in tutto il mondo, come la Fabbrica di cioccolato. Andando a mettere mano su espressioni linguistiche relative a genere, razza e peso. Gli appassionati stenteranno ad immaginare diversamente il personaggio di Augustus Gloop, ma a quanto sembra gli spulciatori di romanzi hanno fatto razzia di termini come “grasso” e “brutto”.

I sensitivity readers, che già somigliano tanto a dei cacciatori di taglie in cerca di passaggi potenzialmente offensivi, non hanno risparmiato neanche l’Agente 007, mettendo mano al primo romanzo di Ian Fleming: “Casino Royale”.

Ad alcuni sembra che il nuovissimo Tribunale dell’Inquisizione abilmente mascherato da politically correct avanzi a passo spedito impugnando alti gli stendardi della sensibilità moderna. Una crociata che molti temono possa avere delle ripercussioni irreversibili sulla società attuale e futura. Un nuovo integralismo che corrode la base del sistema attuando una crisi dell’impianto valoriale. Lo stesso impianto che nel tempo si è evoluto e che la storia ha insegnato ai posteri. I valori delle epoche passate possono fungere da esempio o da monito, ma estirpandoli che cosa rimane?

C’è chi crede che prenderà piede una mentalità basata sull’accezione pornografica del David di Michelangelo; i barricadèri del pudore potrebbero prendere a cuore la sfida e viene da chiedersi che cosa rimarrebbe dello Stadio dei Marmi a Roma e non solo. C’è chi pensa che diventerà quotidianità ritenere offensivi cartoni come “Peter Pan” o “Gli Aristogatti”; posizione che presa sul serio farebbe diventare “Il gobbo di Notre Dame” fuori legge.  

Altri ancora pensano che l’operazione di edulcorazione delle parole, le quali dall’era dei tempi detengono un potere ambivalente, possa venire incontro alle esigenze del tempo attuale. Ma la cultura dello sradicamento estirpa la capacità che ogni individuo ha di poter avere un’idea propria. E detenere una posizione in merito a qualsiasi situazione deriva anche dal poter guardare un mondo passato con gli occhi del mondo di oggi e poter discernere o ancora poter contestualizzare.

Qual è il rischio? Il rischio è dover mettere mano alle sceneggiature da “Full Metal Jacket”, passando per “Bastardi senza gloria” fino a “Il buono, il brutto, il cattivo” (forse ne rimarrebbe solo uno). Il rischio è dover mettere mano a l’arte tutta dalla “Libertà guida il popolo” a Marcel Duchamp. Il rischio è dover chiedere a J.K. Rowling di eliminare le parole “babbano” e “mezzosangue” dai romanzi di Harry Potter; sia mai qualche famiglia di maghi potenti si possa risentire. Il rischio è dover arrivare a riscrivere i miti greci, i Promessi Sposi e la Divina Commedia, se non tutta come minimo i gironi infernali. Senza far menzione dell’Odissea, essendo già vietata in alcuni licei americani; probabilmente complice il leggendario fascino di Ulisse approdato insieme ad Amerigo. Che poi forse non tutti oggi si chiedono che mondo sarebbe senza.

Il rischio è di vivere in una società piatta, in un sistema che non conosce confronto. Il rischio è di andare avanti in un mondo in HD ma guardando tutti nella stessa direzione e con la stessa prospettiva. Il rischio è che impugnando la sensibilità moderna si potrebbe cadere nell’errore di fare di tutta l’erba un fascio, eppure la sensibilità di uno non è uguale alla sensibilità di tutti.

Che poi a pensarci bene: se il “Mein Kampf” viene venduto per fini storici, ma che male avranno mai fatto quei “Dieci piccoli indiani”?!

NB: Questo articolo è stato scritto in un’epoca in cui termini e atteggiamenti che possono essere considerati offensivi dai lettori moderni non erano all’ordine del giorno. A questa versione non sono state apportate modifiche, così da mantenere il testo più vicino all’originale e al periodo in cui è ambientato.

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