Cultura

Giornata della Memoria: l’antisemitismo non è un problema degli ebrei, ma della società

27
Gennaio 2025
Di Ilaria Donatio

“Noi non abbiamo bisogno di persone che ci esprimano abbracci e affetto. Per noi il Giorno della Memoria non è una giornata per dare una carezza agli ebrei, è una giornata per l’Italia e gli italiani, per le istituzioni, per un percorso di responsabilità. L’antisemitismo non è un problema degli ebrei, ma della società”. Le parole della presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, a Palazzo Chigi, sono come fendenti che colpiscono e lasciano un segno, superando la retorica tipica delle ricorrenza. 

Oggi è la Giornata della Memoria della Shoah, durante la quale – a 80 anni esatti dalla liberazione sovietica di Auschwitz – ricordiamo i sei milioni di ebrei morti nei campi di concentramento nazisti, oltre ai tanti prigionieri politici, rom, omosessuali, disabili, vittime di un lucido progetto di annientamento di un intero popolo. La Giornata della Memoria fu istituita in Italia solo nel 2000 e diventò legge grazie soprattutto alla sensibilità di Furio Colombo che ci ha lasciato da poco e che ne fu il promotore.

Di Segni: parole con significati precisi e non strumentalizzabili politicamente
Nessuna carezza, insomma, dice Di Segni, perché “genocidio, lager, affamare, nazista, sono parole che hanno significati ben precisi, incisi sulle nostre ferite e non possono essere lanciate per esprimere dissenso politico e per denunciare fenomeni mai esistiti: il rispetto per la memoria parte dall’uso delle parole e dei simboli”, ha concluso.

La presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane partecipa prima – insieme al Presidente della Camera, Lorenzo Fontana – alla proiezione dello speciale di Rai Cultura “Cancello aperto! 27 gennaio 1945 liberazione di Auschwitz”, presso la Sala della Regina di Montecitorio. Subito dopo – con il rabbino capo Di Segni e la senatrice a vita Liliana Segre, all’apposizione di una corona davanti alla lapide alla Sinagoga maggiore di Roma.

Segre, Giornata della Memoria è per ricordare la liberazione del campo di Auschwitz, non solo per le vittime
“Io, e molti altri come me, abbiamo sempre sentito il significato della Giornata della Memoria per chi vittima non è stata, perché ci si ricordi di quella data memorabile della liberazione del campo di Auschwitz come una data da ricordare. Prima non c’era e da quel giorno ci sono state iniziative, discorsi, testimonianze per ricordare una giornata particolare”: Liliana Segre – bersaglio, in questi giorni, delle reazioni degli haters per l’uscita del documentario di Ruggero Gabbai “Liliana”, dice: “Un po’ me l’aspettavo”. E poi: “Oggi l’antisemitismo è manifesto, ma c’è sempre stato solo che non era possibile parlarne nei termini sfacciati, vergognosi, disgustosi di oggi”.

Dunque, la senatrice a vita sosta davanti al murale intitolato “Anti-Semitism, History Repeating”, opera firmata dall’artista AleXsandro Palombo che era stata vandalizzata a Milano, in zona piazzale Loreto. Oggi, la Fondazione Museo della Shoah ha acquisito quel murale e lo ha collocato nel cuore dell’antico ghetto ebraico, davanti al Portico d’Ottavia. Rimarrà esposto fino al 2 febbraio.

Ad Auschwitz, Mattarella e i leader di 54 paesi presenti per la cerimonia
Re e regine, presidenti, primi ministri e dignitari di 54 paesi sono riuniti oggi ad Auschwitz per celebrare l’80esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio.

Accanto al presidente della repubblica Sergio Mattarella e al sindaco di Roma Roberto Gualtieri (con 142 studenti romani), ci sono re Carlo III d’Inghilterra, re Filippo VI di Spagna, re Federico e la regina Maria di Danimarca, re Guglielmo Alessandro e la regina Máxima dei Paesi Bassi e il principe Filippo del Belgio. Poi il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, il presidente Zelensky e i presidenti di Estonia, Finlandia, Bulgaria, Ungheria, Malta, Moldavia, Slovacchia e Slovenia. Parteciperanno inoltre anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro olandese Dick Schoof, il premier svedese Ulf Kristersson e il capo del governo irlandese Micheál Martin.

Meloni: combattere l’antisemitismo, priorità di questo governo
“L’abominio” della Shoah fu “una tragedia che non ha paragoni nella storia”, un piano condotto dal regime hitleriano “che in Italia trovò anche la complicità di quello fascista, attraverso l’infamia delle leggi razziali e il coinvolgimento nei rastrellamenti e nelle deportazioni”. Giorgia Meloni è appena ripartita da Al-Ula, in Arabia Saudita, diretta in Bahrein quando Palazzo Chigi invia la nota in cui la premier commemora la Shoah, poi rilanciata sui social. 

“L’antisemitismo – sottolinea – non è stato sconfitto con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz” e combatterlo “in tutte le forme in cui si manifesta, antiche e moderne, è una priorità di questo governo“, anche attraverso l’elaborazione della nuova Strategia nazionale per la lotta all’antisemitismo che fissa, assicura, “obiettivi e azioni concrete per contrastare un fenomeno abietto che non ha diritto di cittadinanza nelle nostre società”.