Cultura

Gabriele Basilico e la sua visione di Roma, in mostra a Palazzo Altemps

06
Gennaio 2025
Di Cesare Giraldi

Cinquantasei opere che spaziano dai lavori degli anni Ottanta ai progetti più recenti, dal bianco e nero – che tanto lo ha reso celebre – al colore, insieme a oltre 250 provini originali provenienti dall’archivio del maestro della fotografia italiana, esposte dal 12 dicembre 2024 al 23 febbraio 2025 al Museo Nazionale Romano – Palazzo Altemps nella mostra Gabriele Basilico. Roma curata da Matteo Balduzzi e Giovanna Calvenzi: è questo l’omaggio che la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, diretta da Angelo Piero Cappello, ha inteso offrire in occasione degli ottant’anni dalla nascita di Gabriele Basilico.

LA SPIEGAZIONE DELLA MOSTRA
Filo conduttore dell’esposizione è il solido e fecondo legame tra Gabriele Basilico e la Città Eterna, amata profondamente e a lungo frequentata con continuità per l’intero arco della sua carriera, con venti incarichi professionali ricevuti dal fotografo tra il 1985 e il 2011 che hanno portato alla realizzazione di numerose campagne fotografiche. Nella straordinaria indagine operata da Basilico sulla condizione urbana a livello europeo prima e mondiale poi, l’Urbe ha goduto di un posto speciale. Elementi fondamentali della sua ricerca, quali la stratificazione di epoche e stili diversi, la compresenza di elementi eterogenei, la dialettica tra emergenze monumentali e tessuto edilizio ordinario, il gioco dei volumi e l’equilibrio tra pieni e vuoti, trovano a Roma una sorta di apoteosi, fornendo al fotografo l’opportunità di raccontare una città composita in cui classicità e modernità sono in stretto dialogo. A Roma, Basilico non sfugge alla sfida della monumentalità che è al contempo millenaria e contemporanea, proponendone una lettura estremamente rispettosa, a volte spettacolare, ma anche articolata e complessa e riuscendo, pur in una delle città più dense di testimonianze artistiche al mondo, a proporre punti di vista nuovi e inaspettati. Particolare attenzione è riservata allo sguardo che il fotografo dedica alla Roma moderna e contemporanea, catturata nelle linee essenziali dell’architettura razionalista e nelle sperimentazioni di grandi nomi come Richard Meier e Renzo Piano.

Roma, 1988 © Gabriele Basilico / Archivio Gabriele Basilico

LA SPIEGAZIONE DEI CURATORI
Matteo Balduzzi e Giovanna Calvenzi, i curatori della mostra, hanno spiegato: «La mostra sviluppa una serie di dialoghi che attraversano il tempo e lo spazio. A livello di allestimento, nella relazione delle opere di Gabriele Basilico con gli spazi e le collezioni di Palazzo Altemps. All’interno alle immagini del fotografo milanese, nel contrasto tra la monumentalità dell’archeologia e le sperimentazioni architettoniche più recenti. O ancora, e soprattutto, nella tensione tra il senso di eternità che emerge con evidenza dalla stratificazione di edifici, epoche e stili propria della città e la contemporaneità espressa dallo sguardo stesso dell’artista, rigoroso e mutevole, asciutto ed empatico al contempo».

LE PAROLE DI BORGONZONI, CAPPELLO E GABRIELLI
Lucia Borgonzoni, sottosegretario alla Cultura con delega alla fotografia, ha aggiunto: «Pensata per celebrare il grande maestro Gabriele Basilico e la sua fotografia architettonica e urbana, con particolare riferimento alla sua ricerca visiva su Roma, questa mostra si sofferma sulla poesia e sul rigore della città e degli spazi. L’iniziativa testimonia la grande attenzione che il Ministero riserva alla fotografia. Investire in misure ed attività che diffondano sempre più la conoscenza di questa potentissima forma d’arte e dei suoi più illustri protagonisti significa non solo valorizzare il patrimonio culturale dell’Italia, rappresentato dalle opere dei nostri grandi fotografi, ma anche promuovere i nuovi talenti. Per questo, oltre a rendere strutturale il fondo per il Piano strategico di sviluppo della fotografia, le arti visive potranno contare anche sulle misure previste dalla legge sul Made in Italy».

Angelo Piero Cappello, Direttore generale creatività contemporanea, ha spiegato: «Questa mostra offre uno spaccato preciso dell’attività di Gabriele Basilico, una lettura della Città eterna insieme romantica e freddamente produttiva, lenta come i suoi gatti e frenetica, per accenni, come la sua circolazione automobilistica. Ne viene fuori una cifra stilistica d’autore non solo originale e senza precedenti, ‘il Basilico di Roma’, ma soprattutto equilibrata e sapiente, insolitamente capace di restituire Roma alla solennità della sua storia pur dentro l’immagine, sfocata, della sua eterna contemporaneità».

Resa possibile dalla collaborazione con il Museo Nazionale Romano, con il MUFOCO – Museo di Fotografia Contemporanea e con l’Archivio Basilico, l’iniziativa presenta per la prima volta al pubblico in modo organico le principali ricerche realizzate su Roma dal fotografo milanese, in un dialogo ideale e formale con la natura, l’identità e le opere di Palazzo Altemps. Edith Gabrielli, Direttrice generale delegata del Museo Nazionale Romano, ha dichiarato: «Risalente all’epoca del Rinascimento, Palazzo Altemps è una delle quattro, splendide sedi del Museo Nazionale Romano. Accogliere qui una mostra su Gabriele Basilico, un grande e riconosciuto maestro della fotografia italiana, è per noi molto significativo. La mostra ribadisce la centralità di Palazzo Altemps nel passato, nel presente e, in tal modo, anche nel futuro dell’arte, italiana e mondiale».

Roma, 2000 © Gabriele Basilico / Archivio Gabriele Basilico

GABRIELE BASILICO
Nato a Milano (1944-2013), dopo la laurea in architettura (1973), Gabriele Basilico si dedica con continuità alla fotografia. La forma e l’identità delle città e i mutamenti in atto nel paesaggio urbano sono fin dagli esordi i suoi ambiti di ricerca privilegiati. Milano. Ritratti di fabbriche (1978-80) è il primo lavoro dedicato alla periferia industriale e corrisponde alla sua prima mostra in un museo (1983, Padiglione di Arte Contemporanea, Milano). Nel 1983-84 partecipa a Viaggio in Italia, il progetto collettivo ideato da Luigi Ghirri che diventerà il manifesto della Scuola italiana di paesaggio. Nel 1984 è invitato a far parte della Mission Photographique de la DATAR, voluta dal governo francese, e documenta le coste del nord della Francia. Nel 1991 partecipa a un’altra missione fotografica internazionale a Beirut, alla fine della guerra durata oltre 15 anni. A Beirut tornerà altre tre volte: nel 2003, nel 2008 e nel 2011. Nel 1996, con Stefano Boeri, realizza un’accurata indagine sui mutamenti del paesaggio, Sezioni del paesaggio italiano, che verrà presentata alla VI Biennale di Architettura di Venezia. Basilico ha prodotto moltissimi lavori di documentazione di città in Italia e all’estero, e realizzato un ampio numero di mostre e di libri personali. Considerato un indiscusso maestro della fotografia contemporanea, ha esposto in molti Paesi e ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Ha inoltre intrecciato il suo instancabile interesse per le trasformazioni del paesaggio urbano con attività seminariali, lezioni, conferenze e riflessioni scritte. Le sue opere fanno parte di importanti collezioni internazionali, pubbliche e private. Nel 2023-2024 la città di Milano gli ha dedicato due grandi mostre, alla Triennale e a Palazzo Reale, con il titolo comune Le mie città. www.archiviogabrielebasilico.it.

In copertina: Roma, 1989 © Gabriele Basilico / Archivio Gabriele Basilico