Cultura

“Errorario”: il dizionario dei tormentoni linguistici

23
Novembre 2023
Di Paolo Bozzacchi

Banalmente. Resilienza. Quanti termini percepite come abusati nella comunicazione verbale del quotidiano? Anche le parole vanno o passano di moda. E alla moda abbiamo sempre preferito la tendenza. Massimo Roscia ha raccolto curiosità e motti di spirito fino a farne un libro. Da non perdere. “Errorario” (Rai Libri, pp. 272) è un vero e proprio dizionario dei dubbi e dei tormentoni linguistici che assediano le nostre vite soprattutto professionali, ma anche private. 

Roscia non “rosica” (anagramma). Compie una vera e propria ricerca del significato autentico di alcuni vocaboli della lingua italiana (non è un aggettivo inutile di questi tempi), indaga su etimologie, origini, storia e stile. Con leggerezza ci educa all’uso corretto. Come il caffè all’Anisetta Meletti. Si scrive valige o valigie? Presempio o per esempio? Composto da o composto di? 

Anche se la comunicazione verbale pesa per solo il 7% nella torta della comunicazione efficace e contano molto di più il come diciamo le cose (paraverbale) e tutto il resto (contesto, prossemica ecc.), le parole contano ancora. Eccome. E meno male. “Parlare e scrivere bene aiuta a ragionare e comprendere meglio la realtà, a comunicare in maniera più chiara ed efficace, a trasmettere genuinamente i propri sentimenti”, si legge in “Errorario”. 

E’ proprio il sentimento di amore incondizionato per la nostra lingua che sembra muovere Roscia leggendo le pagine di “Errorario”. Dopo i successi “La strage dei congiuntivi”, “Di grammatica non si muore” e “Peste e corna”, di un errorario se ne sentiva comunque il bisogno. Grazie Roscia. Banalmente.  

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