Cultura

Editoria: prima industria culturale in Italia, affari per 3,4 miliardi. Il Rapporto Aie

09
Ottobre 2024
Di Ilaria Donatio

L’editoria italiana si conferma la prima industria culturale del Paese con un giro d’affari (valore del venduto) pari a 3,439 miliardi di euro, stabile rispetto all’anno precedente (+1,1%). Inoltre, è quarta – dietro a Germania, Regno Unito e Francia – per dimensione in Europa e sesta nel mondo. Questa crescita è avvenuta in un contesto di sempre maggiore internazionalizzazione: nel 2001, l’Italia acquistava all’estero 5.400 diritti di traduzione e ne vendeva 1.800, nel 2023 ne ha acquistati 9.328 e ne ha venduti 7.838. È quanto si legge nel Rapporto dell’Associazione Italiana Editori (Aie) sullo stato dell’editoria in Italia, presentato oggi. 

I numeri del settore
Sono compresi in questi numeri il mercato trade (1,9 miliardi), la scolastica, l’editoria professionale e universitaria, l’export, le vendite alle biblioteche. I numeri dei primi sei mesi del 2024 riferiti invece al solo mercato trade (saggi e narrativa venduti nelle librerie, online e nella grande distribuzione) evidenziano una stagnazione del mercato, con vendite pari a 675,8 milioni di euro, in calo dello 0,1% rispetto all’anno precedente. In calo di quasi un milione (900mila) nei primi sei mesi le copie di libri vendute, che raggiungono quota 46,1 milioni. 

Rispetto al 2019 la crescita è di 6,7 milioni di copie. Sono questi i dati principali dell’editoria italiana – fotografati dal Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2024 che si presenta alla Buchmesse – la Fiera del libro di Francoforte – come Paese Ospite d’Onore con un numero di diritti di traduzione venduti nel 2023 all’estero che sfiora gli ottomila e un export di libri italiani all’estero in crescita.

Nel 2023 sono stati pubblicati in Italia 85.192 titoli di libri a stampa. La crescita della proposta annuale – triplicati rispetto al 1988 – si accompagna all’ampliamento del catalogo vivo, oggi pari a 1,5 milioni di titoli, grazie alle possibilità fornite dal commercio elettronico di rispondere a una domanda sempre più frammentata e varia. Degli oltre 85 mila titoli pubblicati nel 2023 (di cui 13 mila autopubblicati), 69 mila sono di editoria trade, 3.400 sono testi scolastici. A questi numeri vanno aggiunti quelli della produzione digitale. Il catalogo degli e-book è oggi pari a 619 mila titoli, 32 mila di questi disponibili in versione accessibile a persone cieche e ipovedenti certificata da Fondazione LIA – Libri Italiani Accessibili. Gli e-book prodotti nel 2023 sono 38.400, nel 60% dei casi si tratta della versione digitale delle novità pubblicate a stampa.

Cipolletta: calo di risorse pubbliche e nessuna politica organica per il libro
“L’Editoria italiana, dopo il balzo avvenuto nel 2021, fatica a crescere ancora e anzi, se consideriamo l’inflazione, perde terreno. È in calo anche il numero di copie vendute. Sono segnali preoccupanti per un Paese che non ha una vera politica organica per il libro e per la lettura e che anzi, negli ultimi due anni, ha visto venir meno risorse pubbliche a sostegno del settore per almeno 100 milioni” denuncia il presidente dell’AIE Innocenzo Cipolletta. “L’Editoria ha dimostrato in questi anni solidità e capacità di rinnovamento, uscendo rafforzata dalla crisi del Covid. Senza politiche industriali organiche e di lunga prospettiva, oggi rischiamo di perdere la sfida dell’innovazione rispetto a cambi epocali come quello imposto dall’intelligenza artificiale.

“Il mondo del libro”, ha spiegato Cipolletta, “è attraversato dal digitale e dall’intelligenza artificiale in maniera consistente; i grossi editori stanno già provvedendo a investire in questo settore, ci sono importanti piattaforme che sono state realizzate, ci sono progetti per l’accessibilità, noi stessi come Aie attraverso l’associazione LIA abbiamo creato un sistema per trasformare attraverso un software i libri in libri per ipovedenti. Sono piccoli e grandi investimenti che richiedono tuttavia un’attenzione da parte anche del Governo. È importante che l’intelligenza artificiale non sia soltanto un rischio ma anche una potenzialità, perché è sicuro che la cultura passerà attraverso il digitale e dal digitale può avere una capacità di diffusione che altrimenti non potrebbe avere”.

Prima industria culturale
Il valore della spesa dei lettori è superiore, in Italia, a quello dei consumatori per le pay tv, a quello per la tv in chiaro (canone tv), videogiochi, musica e cinema. Le vendite del mercato trade, compresi e-book e audiolibri e libri a stampa venduti in canali come saloni, festival e punti di vendita minori, sono stati nel 2023 pari a 1.913 milioni di euro. A questi si aggiungono il settore educativo (scolastico, parascolastico e universitario), che vale 1.031 milioni di euro, di cui 794 milioni le adozioni scolastiche. E il settore professionale, che vale 565 milioni di euro. L’export di libri italiani all’estero 51 milioni, in leggera crescita rispetto allo scorso anno (+2%). Sono numeri che si traducono in 70mila addetti del mondo del libro, compreso l’indotto, oltre tremila librerie sul territorio nazionale, 5.308 editori attivi.

4 ore lettura a settimana, abitudine quotidiana per 1 su 4
Secondo l’Osservatorio condotto da Pepe Research per AIE, nel 2023 sono stati il 74% i cittadini tra i 15 e i 74 anni che dichiarano di aver letto almeno un libro, di carta o elettronico, oppure ascoltato un audiolibro negli ultimi 12 mesi. 

E, aspetto interessante, la lettura, nonostante la concorrenza di serie tv, videogiochi, social network, rimane un’abitudine quotidiana per più di un lettore su quattro (il 28%) e una pratica almeno settimanale per il 67%. Quattro ore e 18 minuti è il tempo medio settimanale dedicato alla lettura, e per un lettore su cinque il libro è un’abitudine a cui dedica più di cinque ore di tempo alla settimana. Chi ha comprato almeno un libro a stampa nel 2023 è il 65% dei 15-74enni, con una forte disparità di genere. Nel caso delle donne, sono acquirenti di libri il 71% del totale, nel caso degli uomini il 59% del totale.

Buchmesse 2024: Italia ospite d’onore con 230 espositori. Il 16 ottobre apre Giuli
Sarà rappresentata da oltre 230 espositori, case editrici o agenti letterari presenti con propri stand o all’interno dello Stand Collettivo, l’editoria italiana alla Buchmesse di Francoforte. Lo Stand Collettivo Italiano organizzato da ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori (AIE) sarà inaugurato il 16 ottobre alle 10.30 alla presenza dei ministri della Cultura italiano e tedesco, Alessandro Giuli e Claudia Roth. 

È uno stand record per l’anno in cui l’Italia è protagonista: esteso su 668 metri quadrati, mai così tanti, accoglie 131 espositori, 7 Regioni e una Provincia autonoma (Regione Campania, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Lazio, Regione Lombardia, Regione Piemonte, Regione Puglia, Regione Veneto e Provincia Autonoma di Bolzano). 

“La 76ª edizione della Frankfurter Buchmesse”, ha dichiarato il Presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas, “con l’Italia come Paese Ospite d’onore dopo 36 anni, rappresenta un’occasione straordinaria per promuovere un settore di eccellenza del Made in Italy, fondato su una tradizione culturale unica al mondo e sulla capacità di innovare attingendo a un patrimonio plurisecolare di creatività e talento. Con l’obiettivo di valorizzare la ricchezza della nostra produzione letteraria, Agenzia ICE, insieme all’AIE, ha organizzato una collettiva di oltre 130 case editrici e operatori del settore.