Cultura

David di Donatello, i vincitori

04
Maggio 2022
Di Vanessa Gloria

Si è tenuta ieri sera, presso gli Studi di Cinecittà la 67/ma edizione dei David di Donatello, condotta da Carlo Conti e Drusilla Foer e inaugurata dalle parole del Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini che ha riconosciuto il momento di difficoltà per le sale, nonché l’importanza di continuare a indossare le mascherine nei cinema e nei teatri nei luoghi chiusi e ha aggiunto «Ci sarà un investimento dello Stato molto importante. Ma bisogna tornare nelle sale, bisogna spiegare alle persone che la differenza è tra esperienza individuale e collettiva e non tra grande e piccolo schermo».

Eppure, il film che ha collezionato più premi è proprio quello che, dopo la presentazione in Concorso al Festival di Venezia 2021, in sala ci è stato solo un giorno: il lavoro di Paolo Sorrentino “E’ stata la mano di Dio”, ha infatti raggiunto il suo pubblico attraverso la piattaforma di streaming Netflix. Nel dettaglio il film “ha ottenuto 5 statuette per miglior film, regia, attrice non protagonista Teresa Saponangelo, fotografia e David giovani. Il maggior numero di premi è andato, invece, a “Freaks Out” di Gabriele Mainetti, sei per l’esattezza, ma si è trattato di riconoscimenti di natura prevalentemente tecniche. Due film chiaramente diversi, il primo intimo, un ritorno alla tradizione nel quale Paolo Sorrentino si mette a nudo, lascia l’imprinting felliniano che caratterizza i suoi capolavori, ripercorrendo la sua infanzia e il dolore provocato dalla perdita dei genitori, il tutto segnato dalla passione struggente per il cinema e dalla scelta di lasciare Napoli (momento che ricorda il capolavoro Nuovo Cinena Paradiso). Dall’altro un film corale ambientato prevalentemente a Roma durante la Seconda guerra mondiale, che parla di strani supereroi e che a chi scrive ha fatto ripensare alle scuole di Wes Anderson e Quentin Tarantino, iniziandoci a un genere fantasy tutto italiano, di cui si apprezza il grande sforzo di sperimentazione.

Un’edizione, dunque, dove l’anima partenopea ha prevalso, ma che ha riconosciuto meriti anche a “Qui rido io” di Mario Martone che ottiene il David al miglior attore non protagonista, Eduardo Scarpetta, e quello ai costumi. Tra gli altri, il film drammatico ambientato in un carcere “Ariaferma” di Leonardo Costanzo ha vinto invece il David per il miglior attore andato a Silvio Orlando e anche per la sceneggiatura originale, nonché “Ennio”, documentario di Giuseppe Tornatore dedicato a Ennio Morricone, ha ottenuto ben tre David: miglior documentario, suono e montaggio.

Durante la serata sono stati assegnati anche diversi premi speciali: il David alla Carriera è a Giovanna Ralli, attrice con sessant’anni di carriera alle spalle accanto ai maggiori registi e interpreti italiani, tra cui Monicelli, Scola, De Sica, Gassman, Totò e molti altri. Un David speciale a Sabrina Ferilli, per la sua grande popolarità, e un altro ad Antonio Capuano, regista napoletano che ha firmato film come Luna rossa e La guerra di Mario, e che è stata una delle ispirazioni dello stesso Sorrentino, che ha commentato come “‘Non ti disunire’ la frase divenuta celebre in “E’ stata la mano di Dio” gli venisse pronunciata davvero dallo stesso Capuano.