Cultura
Cultura, Mattarella e Giuli all’84° Congresso della “Dante Alighieri”
Di Ilaria Donatio
La lingua di Dante, l’italiano, con le trasformazioni profonde che l’hanno attraversata nei secoli, è riuscita ad essere anche “madre” e “patria” per tutti quelli che l’hanno adottata da grandi. Per esempio, la scrittrice ungherese Edith Bruck.
“Sono arrivata in Italia nel 1954 e non capivo una sola parola: nel 1959 ho pubblicato il mio primo libro in italiano. Ne ho scritti una trentina, sempre in italiano. Cosa è per me la lingua italiana? È una lingua madre, una madre fertile per gli scrittori e per i poeti, perché mette in luce sempre nuove parole”.
Edith Bruck interviene al Quirinale alla cerimonia di inaugurazione dell’84° Congresso internazionale della Società Dante Alighieri: la tre giorni – che si svolge fino a domani, 14 settembre, nella storica sede di Palazzo Firenze a Roma – è stata inaugurata stamane alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Bruck: la lingua italiana come patria
Ebrea, deportata ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen e sopravvissuta alla deportazione – dopo anni di pellegrinaggio – approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua. Edith Bruck ha fatto, dunque, della lingua di Dante la sua nuova patria: e infatti parla dell’italiano come “lingua di libertà”.
D’altra parte, spiega Andrea Vincenzoni, Vicesegretario Generale della Dante Alighieri, “la lingua e la cultura italiana possono rappresentare una luce e sono viste come luce. C’è una concezione in Italia e all’estero che fa dell’Italia un luogo di luce, che illumina. E questo non sarebbe possibile senza una presenza locale, che ciascuno di noi, nei comitati, di fatto rappresenta”.
È questa la ragione del titolo del congresso, quest’anno, “L’italiano, luce nel mondo”: “L’italiano – ha concluso la scrittrice ungherese – è una lingua che trascina nella scrittura, non ho trovato altre lingue con questa ‘finta’ facilità, perché ti fornisce temi e parole nuove. È una lingua che ti aiuta, ti soccorre anche nelle difficoltà”.
Mattarella: “Poco sostegno pubblico, grazie all’impegno della Alighieri”
“Rivolgo un saluto al ministro e a tutti coloro che sono impegnati a vario titolo, con vari ruoli, con varie responsabilità in questo straordinario percorso della Dante Alighieri”, ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Svolgere qui l’apertura dell’84esimo congresso della Dante Alighieri può testimoniare da un lato la grande importanza dei compiti che le sono affidati e dall’altro vuole testimoniare l’apprezzamento profondo e la riconoscenza per l’opera che la Dante Alighieri svolge. È una costellazione: i tanti comitati, le scuole all’estero, la piattaforma, a cui si aggiungono i due strumenti del Ministero degli Esteri, gli Stati Generali della lingua e la rete degli Istituti di cultura italiana all’estero“.
“Questa rete – ha aggiunto – è animata in realtà non soltanto da grande capacità, perizia, professionalità. Ma soprattutto da una grande passione, che consente di conseguire grandi risultati, che non sono inferiori a quelli di altri grandi Paesi europei nonostante la grande differenza che vi è di supporto pubblico su questo fronte. Il nostro Paese è stato sempre, per motivi di bilancio, piuttosto indietro rispetto a quello che hanno fatto grandi Paesi europei per la loro lingua. Ma la Dante Alighieri copre questo versante e la passione consente di supplire a questa mancanza, a questo minor sostegno pubblico. Grazie per quello che fate”.
La Società Dante Alighieri in numeri
Centotrentacinquemila amanti dell’italiano tra soci e studenti, oltre 480 comitati sparsi per il mondo, scuole di italiano, 95 presidi letterari per la promozione del libro e della lettura, 380 centri d’esame che attestano la conoscenza della nostra lingua.
Sono i numeri della Società Dante Alighieri. “Una rete capillare – l’ha definita Alessandro Masi, Segretario Generale – in grado di sostenere il progetto Italia insieme alle compagini di governo, ossia il Ministero degli Esteri, della Cultura e dell’Università e non ultimo quello dell’Interno. Si poteva fare di più? – ha aggiunto – Forse sì, se soltanto tutti noi credessimo in un progetto di pace e incontro fra le diversità culturali, non dello scontro”.
La cerimonia, moderata da Monica Maggioni, è stata aperta dall’intervento del Presidente della Società Dante Alighieri, Andrea Riccardi. Hanno preso poi la parola Edith Bruck, Giulio Ferroni e Susanna Tamaro. Al termine l’attore Massimiliano Finazzer Flory ha letto un brano tratto dalla relazione “Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla” di Alessandro Manzoni.