Cultura
Consumi a rilento nel settore cultura. Servono politiche per invertire la tendenza
Di Giampiero Cinelli
Non c’è dubbio che dopo i due anni di pandemia il sistema economico abbia avuto un rimbalzo in quasi tutti i settori. Ma nello sfaccettato mondo della cultura la ripresa sta avvenendo a ritmi diversi a seconda dell’ambito e, nel complesso, più lentamente. Uno studio di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, realizzato con il contributo di Swg, lo testimonia. Nell’indagine si assume un apposito indice dei consumi culturali con valore base 100. Ne deriva che attualmente siamo a 68 punti. Nei primi 9 mesi del 2022 i consumi culturali segnano un +9 punti sul 2021 ma sono ben lontani dai valori pre-covid del 2019.
La mappa dei consumi
Per quanto riguarda le scelte e le preferenze, più evidente l’interesse per gli spettacoli all’aperto rispetto a quelli al chiuso. A settembre il 17% degli italiani ha acquistato biglietti per visitare mostre, musei e siti archeologici così come per andare al cinema, l’11% per concerti (con una spesa media pro capite di oltre 22 euro in più rispetto a settembre 2021), l’8% per spettacoli all’aperto e il 6% per il teatro. Tuttavia l’incertezza economica legata al caro energia e all’inflazione galoppante può incidere molto.
Libri e quotidiani
Netta preferenza per la lettura dei libri in cartaceo anche se cresce la quota in digitale (rispettivamente 34% e 20% di lettori abituali a settembre). Calano i quotidiani (8% di lettori abituali in meno su settembre 2021) mentre il web diviene il canale di accesso sempre più consolidato a contenuti giornalistici e di informazione (33% di lettori abituali a settembre,+ 4% sullo stesso mese del 2021).
Turismo
L’offerta culturale nelle città sembra essere tornata ai livelli pre-pandemici. Oltre sette italiani su dieci credono che le iniziative culturali siano un importante attrattore turistico e rendano le città più vive e piacevoli. Per i turisti autunnali i beni e servizi culturali che incidono di più nella scelta della meta di vacanza sono i musei e i siti archeologici (40%), seguiti da eventi enogastronomici (38%), festival (28%) e mostre (27%).
Dall’indagine è emerso che gli italiani si dicono favorevoli al bonus culturale e alle detraibilità delle spese culturali. Indicando che ciò possa essere il miglior meccanismo incentivante.
«Occorre, dunque, un intervento tempestivo e urgente da parte del prossimo Governo per non vanificare la ripartenza del mondo della cultura e per sostenere con misure appropriate ed efficaci la ripresa, i consumi e gli investimenti nel settore a partire dalle agevolazioni fiscali per famiglie e imprese», ha commentato il presidente di Impresa cultura Italia-Confcommercio, Carlo Fontana. Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha osservato: «Nella cultura ci sono le gambe di un’economia turistica e creativa, ci sono le ali di una rappresentanza moderna, c’è lo sguardo di un Paese vivo. Che, consapevole di se stesso, deve sapere anche guardare fuori dal proprio “orticello”. Ci vuole cioè una visione d’insieme, indispensabile per ricucire consapevolmente i pezzi del vissuto individuale e sociale e identificare una direzione comune di costruzione del futuro».