Cultura

Che mondo sarebbe senza Albus Silente?!

01
Ottobre 2023
Di Flavia Iannilli

NB: l’articolo contiene spoiler e tutta l’invidia dei fan per chi ancora può sorprendersi ed emozionarsi per la prima volta.

«La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda di accendere la luce». In alto le bacchette per Albus Percival Wulfric Brian Silente. Il mago più potente della saga di Harry Potter è stato interpretato prima da Richard Harris (1930-2002) e successivamente da Michael Gambon venuto a mancare questa settimana all’età di 82 anni.  

Nonostante i fan della Rowling siano abituati a piangere la morte cinematografica e non di determinati personaggi, guardare il principe Mezzosangue non sarà più lo stesso. Così come lo è stato per Robbie Coltrane (Rubeus Hagrid al quale “chiunque” avrebbe affidato la propria vita) o per Alan Rickman (Severus Piton, plot twist della saga).

Eppure non si tratta di supereroi ma a trovare l’affetto di chi li guarda sono professori, educatori o nel caso specifico un preside. Categoria tanto fondamentale quanto discussa e spesso a farlo sono i genitori stessi.

In molti hanno guardato alla figura di Silente paragonandolo al preside della propria scuola e così anche tutto il corpo insegnanti: dalla Minerva McGranitt (Maggie Smith) al professor Remus Lupin (David Thewlis) fino all’inquisitore supremo Dolores Umbridge (Imelda Staunton). È accaduto soprattutto a chi aveva la stessa età dei giovani protagonisti, gli stessi ragazzi che ancora sperano di ricevere la famosa lettera di ammissione da Hogwarts – chi scrive fa parte di quel partito.

Solo accostando i personaggi alla vita reale ci si rende conto quanto la professione sia fondamentale per la crescita. Tutt’ora incontrare un insegnante che ami il proprio lavoro e che lo riesca a trasmettere ai propri studenti, mantenendo l’autorevolezza del ruolo, è una fortuna che spesso sancisce un legame che somiglia tanto all’Always di Severus per Lily. Solo poi ci si accorge di quanto sia incisiva la bravura dei professori.

Quei professori che trasmettono nozioni in maniera brillante lasciando gli studenti pendere dalle proprie labbra. I professori coscienti dell’età dei propri alunni, che ne comprendono le criticità ma mantenendo la devozione al registro. I professori che conoscono le cause perse e spingono su altri input per non lasciare nessuno indietro. I professori che oggi è 4 perché non sei preparato ma mettiti sotto e capirò la buona volontà. I professori che comprendono i problemi familiari e accompagnano da lontano per paura che quell’umanità possa minare il proprio ruolo. I professori che temono l’occupazione della scuola, ma se ne vale la pena allora ascoltano e si schierano in prima linea a fianco degli studenti. I professori che guardano all’adolescenza con ammirazione consapevoli di quanto il loro compito sia reso nettamente più difficoltoso dal processo di crescita. I professori che bocciano perché nell’odierno tempo del “tutto e subito” ricevere un “non sei pronto” è un regalo che non si apprezza subito. I professori che combattono con i genitori, molto più oggi di ieri. I professori che mettono davanti i ragazzi e che da loro imparano; proprio come Silente insegna.

Sicuramente attirerebbe molto di più una lezione di pozioni o di difesa contro le arti oscure al posto di greco e fisica. Spoiler: in entrambi i casi il libro va aperto per forza. Certo è che potersi esercitare con un molliccio gioverebbe a chiunque; perché riuscire a guardare in faccia le proprie paure e imparare ad esorcizzarle sarebbe una skill notevole da inserire nel curriculum. Per quanto una partita agli scacchi dei maghi sia nettamente più adrenalinica del corrispettivo gioco babbano, non è dato sapere se i genitori di Harry avrebbero mai permesso di portare a compimento le sfide che spesso Albus Silente ha affidato a dei “semplici” ragazzi.  

E nonostante la citazione dello stesso Silente reciti: «Non provare pietà per i morti, Harry. Prova pietà per i vivi, e soprattutto per coloro che vivono senza amore», la reazione alla morte del preside di Hogwarts alla fine del sesto capitolo della saga rimane emblematica.

La fortuna di imbattersi in figure educative come Albus Silente nella vita reale non sempre viene concessa, ma chi l’ha avuta ne indossa il frutto tutti i giorni senza mai smettere di coltivarlo.

Probabilmente per riconoscerne il merito bisognerebbe lasciare un pò più di spazio a questi ruoli evitando intromissioni esterne; anche perché «sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità», ma per approfondire questo servirebbe un’altra saga.