Cultura
Bianchi in audizione: “Aumentare il periodo educativo dagli zero anni alla formazione continua”
Di Valentina Ricci
Il Pnrr mette a disposizione una bella fetta di risorse per la scuola. Un modo per diminuire disuguaglianze, dispersione scolastica e povertà educativa. Un’ottima opportunità per aumentare la produttività, mettendo in campo le competenze adeguate a vantaggio del Paese.
Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in audizione presso le Commissioni Cultura di Camera e Senato: “La scuola è il motore del Paese” e questo vuol dire “un piano di intervento che si muove su due linee strategiche: una è la linea delle persone, l’asse portante di ogni ragionamento sulla scuola, gli studenti, quindi il diritto allo studio, tutto il personale, un asse portante che lega studenti, personale e famiglie; l’altra linea è l’asse dell’organizzazione, dagli studi, e quindi il superamento della ‘gabbia del 1900’, all’organizzazione e alla governance complessiva, a partire da quella del Ministero, che oggi non è più adeguata ad affrontare la specificità dei compiti: dobbiamo avere un Dipartimento che si occupi di formazione tecnica superiore e long life”.
L’obiettivo è quello di aumentare il periodo educativo, a partire da 0 anni fino alla formazione continua durante il lavoro. Questo significa mettere mano all’organizzazione del Ministero e degli organi decentrati, senza tralasciare il rafforzamento delle strutture dell’intero sistema scolastico. In questo progetto il Pnrr gioca un ruolo fondamentale, basta guardare agli investimenti che riguardano la fascia dei più piccoli.
Il MEF, riconoscendo gli organici del passato, ha stanziato delle risorse in più. Bianchi spiega: “Nei prossimi 10 anni avremo 1 milione e 400mila ragazzi in meno, avremmo quindi dovuto avere tanti insegnanti in meno. Abbiamo invece più bisogno di Professori per formare classi meno numerose e aumentare le ore di scuola. Dobbiamo uscire dalla meccanica lineare ‘tot docenti-tot studenti’. Abbiamo bisogno anche di più dirigenti. I dirigenti hanno una funzione fondamentale, non abbiamo dato il giusto peso alla gravosità degli impegni che hanno avuto, va e andrà riconosciuto di più nel confronto contrattuale”.
La grande vulnerabilità del sistema italiano sta nel non permettere le stesse possibilità a tutti i ragazzi. A segnare negativamente il cammino di crescita sono: le disuguaglianze, la dispersione scolastica e la povertà educativa. Recuperare tali carenze significa superare in primis la pandemia e in secundis la stagnazione presente nel Paese. Bianchi dichiara: “Investire in istruzione vuol dire aumentare competenze, produttività, competitività e crescita. Investire in istruzione vuol dire anche aumentare il numero di coloro che sono in grado di partecipare alla crescita del paese. Le due linee non si intersecano. Abbiamo bisogno di aumentare il livello di produttività del Paese predisponendo competenze adeguate all’epoca che stiamo vivendo”.
La pandemia non ha aiutato, esasperando le diversità e facendo emergere situazioni insostenibili come il diritto allo studio. “C’è una dispersione esplicita – specifica Bianchi – di chi non riesce a raggiungere titolo di studio, e chi lo consegue ma non ha le competenze adeguate. Dobbiamo iniziare fin dall’estate a fare un ponte verso l’anno prossimo usando fondi già in carico al ministero: 150 milioni. Altri 320 milioni li metteremo a disposizione per una struttura di supporto che dall’estate si proietti all’anno prossimo: inizieremo ad avere una scuola più aperta e interattiva col territorio, come parte di una nuova fase di scuola. Altri 40 milioni li dedicheremo alla povertà educativa” un percorso affiancato da progetti che si rivolgono alle aree periferiche e marginali, così da avere un orizzonte riequilibrato.
C’è poi il problema docenze, Bianchi spiega: “Come recuperare coloro che hanno accumulato esperienza e che hanno bisogno di stabilità: su quasi 500mila posti totali, abbiamo oltre 200mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse”. L’errore è trattare tutti allo stesso modo. Con il MEF si sta pensando come capire e riconoscere titoli e meriti differenti, per permettere di inserire i docenti all’interno di un quadro stabile e, conseguentemente, avere un’assunzione continua e regolare.
Sulle proposte di legge del Parlamento e gli ITS l’On. Toccafondi (IV): “Il ministero ha intenzione di collaborare con il parlamento o vuole scrivere un proprio atto?”, mentre l’On. Frassinetti (FdI) premettendo l’opportunità offerta dal Recovery da cogliere al volo, si concentra sulle materie umanistiche e la loro importanza e sull’inserimento, da valutare, dello studio del Made in Italy per recuperare l’artigianato, eccellenza del sistema italiano.
L’On. Mollicone (FdI) in riferimento allo stanziamento “irrisorio” concesso al settore rispetto a necessità e divari da colmare richiede un cronoprogramma. Su misure decise precedentemente l’On. Fusacchia (Misto): “A che punto siamo? Abbiamo riempito il Pnrr di piattaforme digitali nazionali, quando non siamo in grado di fare cose più semplici”. Interviene la Sen. Granato (Misto): Quando ha intenzione di completare le procedure concorsuali?”.
Il susseguirsi di interventi, durante l’audizione, porta alla luce svariati temi, che, a causa dello scarso tempo a disposizione, porta il Ministro a fare un discorso conclusivo mettendosi a disposizioni di Onorevoli e Senatori per rispondere alle domande più specifiche.
Il Ministro Bianchi, accogliendo la varietà dei problemi proposti, dichiara: “Mi faccio carico delle problematiche. Mi unisco alle parole del Sen. Cangini (FI) certo che in questo triennio abbiamo perso tanto, tutto l’anno prossimo sarà costituente di un’idea fondante. Il lavoro da fare tutti insieme è un lavoro titanico e abbiamo il dovere di pensare aldilà dell’emergenza”.
Per rispondere al Sen. Pittoni (Lega) Bianchi specifica: “Vedo che all’interno della stessa maggioranza che affronta i problemi del Paese vi sono orientamenti differenti e noi dobbiamo affrontarli. Se li affrontiamo in termini di bivio allora non ci troveremo mai d’accordo. Dobbiamo trovare soluzioni e stiamo lavorando per questo anche insieme al presidente del Consiglio”. Il Ministro si concentra sugli ITS: “Non ho intenzione di fare un provvedimento a prescindere. Sono pronto a fare una riflessione con il Parlamento per giungere a una legge” che li qualifichi come uno “strumento che permetta di ampliare le capacità dei nostri ragazzi”.
Infine, Bianchi, concorda con l’On. Mollicone: “Le risorse non sono sufficienti, sto già lavorando sui nuovi fondi strutturali europei, ma prima dobbiamo utilizzare quelli che abbiamo. E’ un richiamo alla realtà dei fatti, devo misurare la capacità di rispondere a tutti i bisogni con la capacità effettiva di poter rispondere”.