Cultura
Achtung!
Di Adriano Metz
Alexander Privitera, Achtung! La Germania in panne. Che ne sarà del modello tedesco, 2025, Paesi
Edizioni, 16 Euro.
Achtung! Avvertenza: da leggere preferibilmente prima del 23 febbraio. Che fine ha fatto la
locomotiva d’Europa? La rassegna dell’ultimo ventennio tedesco che Alexander Privitera qui
presenta prova a rispondere a questa domanda, formulata a mo’ di sfinge: non può esserci
locomotiva d’Europa senza Europa.
In questo primo volume della nuova collana di Paesi Edizioni l’autore restituisce l’identikit, i meriti
e le colpe dei cancellieri-macchinisti: “che idee avevano, quali leve (spesso sbagliate) hanno tirato
e come hanno provocato, dopo una decennale e brillante corsa, una brusca frenata che oggi rischia
di fare deragliare l’intero vecchio continente”.
Ma la crisi tedesca non comincia con la fine dell’era di Angela Merkel e l’inizio sbiadito di quella,
breve, dell’anonimo Olaf Sholz. Infatti, al contrario di come si fa nei pasti, Privitera inizia con la
frutta: Die Birne, «la pera», il soprannome del cancelliere Helmut Kohl (a onor di cronaca chiamato
anche il gigante buono). Kohl e il suo fisico diventano un paradigma utile al testo, perché la tesi è
che dopo di lui la Germania ha smesso di produrre cancellieri della stessa stazza, in tutti i sensi.
L’autore è chiaro: “Nelle pagine che seguono, quindi, tenterò di chiarirne i motivi, spiegando anche
perché un simile fatto è diventato un problema, anzi il Problema”. Che Privitera aveva annusato da
lontano, dal tempo della cancelleria di Gerhard Schröder, quando Audi-man affronta a muso duro
l’America di George W. Bush. “Cominciai allora a raccogliere materiale per un possibile libro
sulla nuova Germania che sembrava farsi più spregiudicata, e quest’ipotesi convinse alcuni
diplomatici tedeschi, che iniziarono a condividere con me dettagli, confidenze e considerazioni”.
E allora eccole, lamentele e speranze, indiscrezioni e confidenze su immigrazione, industria,
politica, Europa che “toccano ora il nazismo ora il pacifismo, il senso di colpa e l’efficienza
teutonica, la pretesa superiorità e il rigore morale, per arrivare al recente smarrimento: parola
chiave del libro”.
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