Di Daniele Capezzone | 01 Maggio 2023
Consigli ragionevoli, e dunque inutili, alla sinistra
Nel giorno del decreto sui lavoratori a basso reddito, la sinistra ha due scelte. Ma certamente farà la peggiore.
Giornalista, già segretario dei Radicali italiani e, successivamente, parlamentare del PdL, di cui è stato anche portavoce. È considerato uno dei più influenti pensatori e opinionisti dell'area liberal-conservatrice italiana. Autore di numerose pubblicazioni, è stato per anni una firma di punta del quotidiano La Verità. Oggi è direttore editoriale di Libero.
Nel giorno del decreto sui lavoratori a basso reddito, la sinistra ha due scelte. Ma certamente farà la peggiore.
Ritengo insostenibile la litania degli antifascisti professionali in vista del 25 aprile. Una piccola “liberazione” avverrà il 26 aprile.
È tutto e solo show? La sensazione è che la politica abbia dimenticato di veicolare idee e progetti con il rischio di perdere credibilità.
Complice anche il clima di Pasqua, il dibattito, sia da destra che da sinistra, sembra poco pragmatico. Ma le riforme torneranno presto sul banco.
La politica delle leadership è una cosa seria. A elezioni passate sarebbe un errore ritenere che possano ricominciare a circolare le voci dietro al leader.
Comunque la pensiate, vi invito ad ascoltare il comizio di Trump a Waco, in Texas, dimenticando – almeno per un pò – giudizi e pregiudizi.
Bipartitizzazione de facto del quadro politico italiano. Una tendenza politica nuova e positiva che potrebbe verificarsi entro il 2024.
Se gli oppositori politici e mediatici della Meloni sbagliano i criteri di analisi applicando parametri degli elettori che la detestano.
Accuse alla destra di disumanità, accenni predatori alle case sfitte e gli abbracci con Conte. Perchè la segreteria del Pd è partita così.
Il surreale selfie “con vista bara” richiesto e scattato da uno sventurato nella camera ardente in memoria di Maurizio Costanzo.
Lo sciopero dei redattori di Repubblica: un editore deve mettere soldi senza poter compiere scelte di mercato o ha il diritto di prendere decisioni sulla linea editoriale così come sulla sostenibilità della testata che finanzia?
Nessuno rivolti la frittata, il problema non è un bacio. Guardando sulla Rai il Festival di Sanremo viene da dire: “Giorgia, privatizzala!”.