Di Daniele Capezzone | 05 Agosto 2024
Come sonnambuli verso una rissa mortificante (ma pericolosa)
La politica si avvicina alla pausa estiva tra polemiche la cui gravità può essere sottovalutata ai fini della dialettica parlamentare.
Giornalista, già segretario dei Radicali italiani e, successivamente, parlamentare del PdL, di cui è stato anche portavoce. È considerato uno dei più influenti pensatori e opinionisti dell'area liberal-conservatrice italiana. Autore di numerose pubblicazioni, è stato per anni una firma di punta del quotidiano La Verità. Oggi è direttore editoriale di Libero.
La politica si avvicina alla pausa estiva tra polemiche la cui gravità può essere sottovalutata ai fini della dialettica parlamentare.
La cerimonia di inaugurazione dei Giochi olimpici di Parigi non è stata affatto inclusiva: ha solo voluto imporre volgare omologazione.
Si tratterebbe di trasformare le tre posizioni diverse dei partiti del centrodestra in Ue in un elemento di forza, anziché in uno di debolezza.
Solo i superficiali, a questo punto, possono ritenere che il caso Toti sia da trattare alla stregua di una singola vicenda giudiziaria.
Pare incredibile, ma tocca ricompitare regole minime di civiltà personale, prim’ancora che professionale…
Siamo costantemente dentro una competizione frenetica che sembra non consentire momenti di minima legittimazione reciproca.
L’autonomia differenziata continua a creare forti dissapori tra maggioranza e opposizioni, tanto da rendere impraticabili le mediazioni
Vicenda Toti: non si tratta più di difendere i diritti di un singolo governatore, ma dell’autonomia della politica rispetto al potere giudiziario?
Regno Unito: uno sguardo al di là della Manica, dove le elezioni generali sono in vista e si profila uno scontato successo dei laburisti di Starmer.
Andiamo a vedere cosa c’è dietro l’astensionismo, che anche per le elezioni europee potrebbe essere molto rilevante.
Quando si parla di Medio Oriente molti media e settori rilevanti della nostra politica mostrano inquietudine non per Hamas ma per Israele.
Leader e partiti non hanno bisogno dei nostri consigli: sanno benissimo sbagliare (o azzeccare: è decisamente più probabile) da soli.