Di Daniele Capezzone | 23 Maggio 2022
Un ovetto di Colombo per il centrodestra…
Il centrodestra è più unito a parole che nei fatti. Ma ci sono alcuni temi che tradizionalmente danno fiducia al suo elettorato.
Giornalista, già segretario dei Radicali italiani e, successivamente, parlamentare del PdL, di cui è stato anche portavoce. È considerato uno dei più influenti pensatori e opinionisti dell'area liberal-conservatrice italiana. Autore di numerose pubblicazioni, è stato per anni una firma di punta del quotidiano La Verità. Oggi è direttore editoriale di Libero.
Il centrodestra è più unito a parole che nei fatti. Ma ci sono alcuni temi che tradizionalmente danno fiducia al suo elettorato.
Consiglio il recupero di un bel volume uscito nel 2016: “Viva il latino – Storie e bellezza di una lingua inutile” di Nicola Gardini.
Nell’Italia del 2022, c’è un dramma: la deriva infantile di troppi adulti. Che sia un rifiuto alla crescita o una ri-infatilizzazione.
Il 6 maggio, cadrà il ventesimo anniversario della morte di Pim Fortuyn, nome che – per moltissimi in Italia – resta tuttora sconosciuto.
Il risultato delle elezioni presidenziali francesi consegna due versioni propagandistiche scontate e fotografa scomode realtà.
Nell’intervista del premier Mario Draghi al Corriere della Sera si ha la sensazione di stare nel film di Tornatore “Stanno tutti bene”.
Sono iniziate da due settimane le elezioni francesi, il ballottaggio tra Macron e Le Pen vede narrazioni distanti ma molto prevedibili.
Della teoria del “capro espiatorio” di Renè Girard vale la pena recuperare la competizione tra gruppi sociali per interpretare la vittima.
Dall’atlantista con l’elmetto al putinista semiprofessionale. I punti di vista che si scontrano sulla guerra in Ucraina.
L’invasione russa dell’Ucraina ha sorpreso il “ceto” politico italiano. Destra e sinistra reagiscono tra furbizia, afasia e imbarazzo.
Tra i molti paradossi della crisi Russia-Ucraina c’è la copertura mediatica che incuriosisce per una inaspettata inversione dei ruoli.
Una sinistra che non alza la voce di fronte alle restrizioni pandemiche. Una destra che fa difficoltà a pronunciare il nome di “Putin”.