Di Daniele Capezzone | 20 Gennaio 2025
In Ue abbiamo un problema di free speech
Dietro la lotta alla disinformazione, per anni il celato il tentativo di imbrigliare il dibattito pubblico. In Usa ora si cambia, in Ue no.
Giornalista, già segretario dei Radicali italiani e, successivamente, parlamentare del PdL, di cui è stato anche portavoce. È considerato uno dei più influenti pensatori e opinionisti dell'area liberal-conservatrice italiana. Autore di numerose pubblicazioni, è stato per anni una firma di punta del quotidiano La Verità. Oggi è direttore editoriale di Libero.
Dietro la lotta alla disinformazione, per anni il celato il tentativo di imbrigliare il dibattito pubblico. In Usa ora si cambia, in Ue no.
Tiene sempre banco il tema del rilancio della sinistra. Non si parla però un po’ troppo delle geometrie politiche? Centro sì o centro no, quali sono le proposte?
Lo scenario politico che sto per descrivere, e che a mio personalissimo avviso sarebbe piuttosto desiderabile, quasi certamente non si realizzerà almeno per tre fondamentali ragioni. Eppure – nonostante tutto questo – chi scrive ritiene che la legislatura in corso abbia detto e dato quel che aveva da dire e da dare.
Cecilia Sala: chiunque provi a imbastire polemiche, ai danni del governo, si qualificherà come un soggetto politicamente indecente.
La signora Thatcher pensava agli “aspirational voters”, a quelli che volevano guadagnare di più, comprare casa, consumare maggiormente. Domanda ai nostri politici: siete proprio sicuri che sia saggio trascurare queste esigenze e questi italiani?
Il weekend di Javier Milei in Italia è stato intenso, e gli ha riservato a sinistra caricaturizzazioni offensive dell’intelligenza di chi le ha fatte.
Lo ha detto anche il Censis, la situazione italiana è lo stallo. Approccio che vale anche per l’Europa, sebbene mascherato da piani ambiziosi.
È in gioco molto più del rischio di un’astensione elettorale. Sto parlando di un’astensione morale, di un rifiuto netto
Simboli di violenza, scontri nelle piazze e il ritorno di gesti estremisti come la P38. Analisi si un clima sempre più teso e divisivo.
Trump è il nuovo demonio su cui concentrarsi, così come lo furono altri in passato. Soprattutto all’Italia, quest’atteggiamento non serve.
Se è vero che oggi la comunicazione eccede sulla politica, il turpiloquio può indicare lo stallo della politica. L’opinione di Daniele Capezzone.
Trump un pericolo per la democrazia? Dirlo così disinvoltamente (offendendo metà del Paese) non denota una crisi democratica già in vista?