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Di Giampiero Cinelli | 09 Gennaio 2025
Meloni: Elon Musk non è un pericolo per la democrazia
La Conferenza stampa di inizio anno di Giorgia Meloni, organizzata dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Dove andrà il Paese in 41 domande.
La Conferenza stampa di inizio anno di Giorgia Meloni, organizzata dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Dove andrà il Paese in 41 domande.
Il governo Meloni è l’unico a confermare saldamente la sua stabilità. Quali sono adesso le sfide dell’Italia nel 2025.
I numeri del Giubileo 2025 sono già assai promettenti, gli eventi tantissimi e le opportunità urbanistiche da non mancare. Sfida aperta.
Un grande sospiro di sollievo. Palazzo Chigi ha diffuso una nota che informa come sia decollato “pochi minuti fa”, da Teheran, l’aereo che riporta a casa la giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran per 20 lunghi giorni.
Elisabetta Belloni lascerà l’Intelligence, il toto nomi è aperto e l’enigma potrebbe risolversi già nel Consiglio dei Ministri di mercoledì.
A 25 anni dalla morte di Craxi, Gianni Pittella spiega, riprendendo il titolo del libro di Aldo Cazzullo, l’attualità del politico del Psi.
Lo scenario politico che sto per descrivere, e che a mio personalissimo avviso sarebbe piuttosto desiderabile, quasi certamente non si realizzerà almeno per tre fondamentali ragioni. Eppure – nonostante tutto questo – chi scrive ritiene che la legislatura in corso abbia detto e dato quel che aveva da dire e da dare.
Il 2025 deve essere l’anno in cui mettere le basi per il raggiungimento della pace nei principali conflitti che agitano l’Occidente.
Il 2024 sarà ricordato come un anno movimentato per il governo Meloni, tra successi raggiunti, difficoltà e sfide all’orizzonte.
Cecilia Sala: chiunque provi a imbastire polemiche, ai danni del governo, si qualificherà come un soggetto politicamente indecente.
Il 2024 è stato un anno senza precedenti sul fronte elettorale: in tutto il mondo si sono svolte più di 70 elezioni tra parlamentari, presidenziali e locali, coinvolgendo oltre due miliardi di elettori in più di 50 paesi.
“Ho preso atto, in Commissione Bilancio, che 900 emendamenti in meno di tre ore non possono essere né istruiti, né discussi, né votati”. Così, il senatore Guido Liris di Fratelli d’Italia, componente della commissione Bilancio del Senato, ha avanzato “la richiesta che si torni alla doppia lettura”.