Ambiente
Lo sviluppo sostenibile in un Festival lungo tutta l’Italia
Di Giampiero Cinelli
Sono 17 gli obiettivi orientati alla sostenibilità che coinvolgono le macroaree dell’ambiente, dell’economia, delle istituzioni e del sociale. Otto sono gli anni a disposizione per raggiungerli. Questa è l’Agenda 2030 promossa dall’Onu, di cui si sa già abbastanza ma su cui bisogna ancora sensibilizzare molto. Specialmente in Italia, in ritardo sui goals. Un motivo in più per realizzare anche quest’anno il Festival dello Sviluppo Sostenibile, un’idea dell’Associazione Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile). L’evento si sta svolgendo in tutto il territorio nazionale, è iniziato il 4 ottobre e terminerà il 20 ottobre – 17 giorni proprio come gli obiettivi dell’Agenda – e consta di conferenze, eventi, corsi e iniziative di vario tipo tutte volte a rendere più consapevoli delle possibilità di processi più a misura d’uomo. Partecipano anche le istituzioni e i più importanti esponenti politici, come i ministri per la transizione ecologica e dei trasporti Roberto Cingolani e Enrico Giovannini.
Il report Asvis
Asvis ha presentato il suo rapporto sullo sviluppo sostenibile nella giornata di apertura a Roma. Dall’indagine 2022 emerge, in particolare, che l’Italia ha registrato nell’ultimo biennio dei passi avanti soltanto per due obiettivi (7 e 8), mentre per altri due (2 e 13) viene confermato il livello del 2019. Per tutti i restanti goal dell’Agenda 2030 il livello registrato nel 2021 è al di sotto di quello del 2019, a conferma del fatto che il Paese non ha ancora superato gli effetti negativi causati dalla crisi pandemica. A causa della mancanza di dati, i goal 11, 12 e 14 non sono analizzati fino al 2021. Nel documento si ribadisce l’allarme per i numerosi ritardi e problemi che l’attuazione dell’Agenda 2030 sta avendo in Italia e nel mondo. Il tempo a disposizione per cambiare passo sta finendo. «Il Rapporto conferma che stiamo superando la soglia tra un periodo storico in cui la crescita di produzioni e consumi, seppur con molte contraddizioni, generava un’analoga diffusione del benessere, dei diritti e della giustizia sociale a un nuovo periodo in cui la generazione della ricchezza economica porta benefici a una fascia di popolazione progressivamente più ristretta», ha detto il Presidente dell’Asvis Pierluigi Stefanin.
Il Quaderno n. 32. Un Ponte sullo Stretto sostenibile
Nell’ambito della rassegna è stato presentato anche il Quaderno n. 32, uno studio condotto dall’Aldai (Associazione lombarda dirigenti aziende industriali) di 368 pagine sulle possibili alternative sostenibili nella realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. Lo stesso ponte, ancora lontanissimo dall’essere concretizzato, può concernere alcuni obiettivi di sostenibilità, pur essendo un’opera imponente. Poiché permetterebbe di costruire nuove infrastrutture efficienti (goal 9), collegare la Sicilia al continente europeo, liberando opportunità di crescita (goal 10), integrare gli insediamenti delle due sponde dello stretto in un’unica grande città metropolitana (goal 11). Secondo gli esperti, le scelte sono molteplici. Dal ponte a più campate a quello a campata unica, alla linea ferroviaria, contemplando anche il potenziamento del traghettamento e perfino di un tunnel sottomarino. Ma la progettazione si scontra con effettive criticità, le maggiori sono l’elevata sismicità e la potenza dei venti. Dunque hanno ipotizzato che la soluzione nel ponte ibrido (sospeso e strallato) con due piloni in mare e due a terra. Non è escluso affiancare asfalto e ferrovia e probabilmente sarà utile non farlo partire esattamente da Messina. Nonostante i costi molto imponenti, è stato fatto notare che anche l’insularità costa alla Sicilia ogni anno tra i 6 e i 6,5 miliardi. Dunque, come si legge: «Sarebbe auspicabile procedere per tappe successive: innanzitutto studi preliminari di fattibilità per mettere a confronto le diverse opzioni. Dopo che la scelta sarà ricaduta su una delle soluzioni, sarà possibile bandire la gara per la progettazione e la costruzione dell’opera. Da ricordare che, visto il Codice degli Appalti attualmente in vigore, è stata sancita la separazione tra la fase di progettazione e la fase di esecuzione e gestione delle opere. Pertanto, per realizzare l’attraversamento stabile dello Stretto e delle opere connesse, è necessaria l’emanazione di una nuova legge in sostituzione della 1158/1971».