Ambiente

Siccità e crisi idrica: non è mai troppo tardi

10
Agosto 2024
Di Paolo Bozzacchi

E la chiamano estate. Calabria, Sicilia e Sardegna hanno già dichiarato lo stato di calamità naturale a causa della siccità. La Sicilia, in particolare, è in situazione di severità idrica dallo scorso febbraio. Confagricoltura, Cia e Coldiretti hanno chiesto lo stato di calamità naturale anche per la Puglia. Campania e Basilicata potrebbero seguire a ruota. Non è più il caso di parlare di emergenza siccità e crisi idrica: il nostro Sud è già in ginocchio, le regioni del Centro (Abruzzo, Lazio, Umbria, Marche, Toscana) saranno presto ugualmente assetate. La questione è strutturale e va affrontata come tale.

I danni provocati al Sud dalla siccità

Al Sud (Isole comprese) oltre 4 miliardi di euro sono già andati in fumo, o meglio, in polvere. Circa 33mila posti di lavoro persi solamente nei primi tre mesi di quest’anno. E il peggio deve ancora venire. In Sicilia -70% di perdite per la produzione cerealicola e -45% per le coltivazioni arboree. In Basilicata -90% per la produzione di grano e -40% per il vitivinicolo. In Puglia -50% per la produzione di olive e -40% per l’ortofrutticolo. Lato infrastrutture un dato su tutti: gli invasi del Mezzogiorno registrano una riduzione d’acqua media del 50%, con punte del 65%. E una diga su due in Sicilia non è mai stata collaudata. Ferragosto è alle porte, ma l’Italia avrà sete anche durante la collezione autunno/inverno.

Le mosse contro la siccità dei ministri Salvini e Pichetto Fratin

Lo scorso 6 maggio il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini ha dichiarato lo stato d’emergenza per la Sicilia. Contestualmente ha avviato il lavoro per mettere in campo quasi 13 miliardi di euro col Piano Nazionale per gli Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico (PNIISSI) per 418 progetti. Dei quali oltre il 40% dei soggetti finanziati saranno i Consorzi di Bonifica.

Quasi un miliardo dei 13 previsti è destinato all’avvio di nuovi cantieri e interventi su opere esistenti. Non solo. Salvini ha nominato Nicola Dell’Acqua (nomen omen) Commissario Straordinario nazionale per l’emergenza idrica, e istituito la Cabina di Regia presso la Presidenza del Consiglio. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin ha ricordato che sono stati investiti 3 miliardi di euro nei settori, idraulico, idrico e irriguo. Precisando che “è solo un passo”. Confagricoltura ha da un lato sottolineato in una nota “l’impegno tempestivo e consistente del MIT nel fronteggiare l’emergenza”. Poi ha aggiunto: “Tuttavia resta evidente che queste misure programmatiche non risultano sufficienti per fronteggiare la situazione attuale. Il cambiamento climatico ha posto la necessità di un nuovo modello di gestione dell’acqua per mitigare il rischio di inaridimento, minacciando agricoltura e turismo. Servono ulteriori interventi immediati, perché le aziende agricole non possono essere lasciate sole”. 

La siccità preoccupa nel Lazio, Umbria e Marche

Da settembre 2023 a maggio di quest’anno le precipitazioni per Lazio, Umbria e Marche sono diminuite del 30% rispetto alla media del periodo 1990-2020. I laghi Trasimeno e di Albano, nel Lazio, versano già in condizioni molto critiche. Il Centro della Penisola è già in sofferenza. E l’Italia intera ha fatto registrare -18% di risorsa idrica disponibile rispetto alla media del periodo 1951-2023 (fonte: ISPRA).

Siccità: to do list

Lavorare sulle infrastrutture per diminuire la dispersione d’acqua e migliorare la tenuta degli invasi esistenti di pari passo alla costruzione di bacini di accumulo dove necessari. Queste le priorità tra le priorità. Secondo Utilitalia “l’utilizzo delle acque reflue depurate per fini irrigui è oggi sfruttata al 5% del potenziale”. Altro dossier importante. Poi serve una programmazione intelligente, sulle infrastrutture così come sugli investimenti. Le danze della pioggia sono finite. Non è mai troppo tardi.