Ambiente

Siccità, il governo nominerà un commissario. L’allarme dell’Onu sul riscaldamento globale

22
Marzo 2023
Di Giampiero Cinelli

In un contesto globale sempre più caotico il tema del cambiamento climatico continua a premere. E significa anche siccità. Non siamo infatti esenti quest’anno dal problema di scarse piogge e prosciugamento degli argini. Per questo il governo nominerà un commissario per far fronte al contesto, il quale opererà fino al 31 dicembre 2023, con un incarico rinnovabile e con un perimetro molto circostanziato di competenze. Lo ha deliberato la Cabina di regia, presieduta dal Ministro Salvini, per accelerare e coordinare la pianificazione degli interventi infrastrutturali di medio e lungo periodo. Il commissario potrà agire sulle aree territoriali a rischio elevato e sbloccare interventi di breve periodo come sfangamento e sghiaiamento degli invasi di raccolta delle acque, aumento della capacità degli invasi, gestione e utilizzo delle acque reflue, mediazione in caso di conflitti tra regioni ed enti locali in materia idrica, ricognizione del fabbisogno idrico nazionale. Sono in corso le valutazioni tecniche per formalizzare la soluzione definitiva. La Cabina di regia proseguirà la sua azione insieme al commissario.

L’Onu lancia l’allarme

Se non invertiamo la rotta il termometro della temperatura terrestre continuerà a salire in modo pericoloso. Non nasconde la sua preoccupazione l’Ipcc, il Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico facente capo all’Onu, il quale nella sintesi di un studio pubblicato ieri, con dati raccolti dal 2014 ad oggi, paventa il rischio che nel suo prossimo report l’aumento della temperatura globale avrà superato gli 1,5 gradi centigradi, cifra considerata soglia di sicurezza. Ora siamo ad un aumento di 1,1 gradi rispetto al periodo pre-industriale e nel 2.100, nello scenario peggiore, registreremmo a un aumento di 3,2 gradi. Chiaramente non dobbiamo prendere questi numeri in modo apocalittico. Ma è fondamentale proseguire sull’abbassamento dei gas serra, anche per prevenire il rischio alluvioni e le contrazioni del Pil dei Paesi in via di sviluppo. L’Ipcc non vede di buon occhio le trivellazioni americane nell’Artico e il piano di espansione delle centrali a carbone in Cina dal 2015. Necessario, fa notare il Gruppo, il raggiungimento di una media annua di investimenti per la transizione al 3% del Pil globale entro il 2025 (2.600 miliardi di dollari).

Gli effetti, le contromisure

Sulla penisola, nel 2022 il raccolto di riso è sceso del 17% e l’immagine più impressa è la riduzione del Po, ma gli effetti si vedono non solo in Italia. I continui sbalzi di temperature influenzano negativamente non unicamente il livello dei fiumi ma anche le coltivazioni, e se c’è meno acqua anche le centrali elettriche si fermano. Gli enti reputano fondamentale razionalizzare i consumi idrici, basterebbe ridurre gli sprechi e tagliare del 20% i consumi giornalieri per risparmiare un quantitativo d’acqua, pari a 421.000 piscine olimpioniche e contribuire efficacemente all’emergenza siccità, ottenendo in un anno oltre 1 miliardo di metri cubi d’acqua disponibili per usi più utili alla collettività. Anche l’installazione di pannelli fotovoltaici contribuisce a ridurre l’evaporazione acquea. Altre soluzioni in campo agricolo possono essere l’interramento di alcune coltivazioni, mentre a livello cittadino le tecniche vanno dalle pavimentazioni drenanti ai sistemi di recupero e stoccaggio delle acque meteoriche.

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