Ambiente

Sfida ad alta quota per l’ambiente in Francia. Ok dell’Europa a tagliare i voli su tratte brevi

28
Dicembre 2022
Di Daniele Bernardi

Lo scorso 2 dicembre, la Commissione europea ha approvato la decisione del governo francese di vietare i viaggi aerei su tratte brevi, favorendo, per questo genere di spostamenti, l’utilizzo di treni. Una riforma che ha fatto sognare molti ambientalisti (anche italiani), ma, affinché avvenga, l’Ue ha posto delle condizioni.

Si tratta della legge Climat et résilience, passata in Assemblée nationale ad agosto del 2021 e poi inviata in sede europea per valutarne la tutela della libertà d’impresa delle compagnie aeree e la tutela del diritto dei viaggiatori a poter scegliere fra diversi servizi in concorrenza tra loro. Tale legge prevede che, se per lo stesso tragitto da A a B esiste un viaggio equivalente in treno di una durata inferiore alle 2 ore e mezzo, il volo per collegare A e B sia cancellato.

Si legge infatti nella nota della Commissione europea che “Gli effetti negativi di qualsiasi restrizione dei diritti di traffico sui cittadini e sulla connettività europei devono essere compensati dalla disponibilità di modi di trasporto alternativi a prezzi accessibili, che siano convenienti e più sostenibili”.

Questa sopra citata comunque non è l’unica condizione posta dall’Unione europea: oltre a garantire la stessa tratta in treno e per una durata inferiore alle due ore e mezzo, il viaggio in treno dovrà essere garantito più volte durante il corso della giornata, essere bidirezionale (quindi da A a B ma anche da B ad A) e permettere al viaggiatore di poter restare almeno otto ore nella città di arrivo, prima di ripartire.

Ma non basta, il collegamento ferroviario non dovrà unire due punti qualsiasi delle due mete, ma dovrà connettere da un capo all’altro i due aeroporti che avrebbero, normalmente, garantito i voli tra le due città. Una ragione per escludere da questo taglio, per esempio, il volo Parigi-Bordeaux, le cui alternative ferroviarie (pur rispettando le altre condizioni) terminano la propria corsa nelle stazioni in città e non in aeroporto.  

Ad ogni modo, il contenuto della legge dovrebbe riguardare tre tratte aeree molto specifiche: da un capo Orly e dall’altro Bordeaux, Nantes e Lion. Solo eliminando questi tre viaggi aerei, il governo conta di abbattere le emissioni di CO2, risparmiando oltre 55 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno.

Questa legge, per quanto auspicabile, sarebbe effettivamente di difficile applicazione nel nostro paese. Alcune linee ferroviarie italiane versano in condizioni pessime, è impensabile garantire la percorribilità delle tratte aeree in treno, figuriamoci in meno di due ore e mezzo. La sola tratta che collega Messina a Trapani, circa 330 km di distanza, richiede quasi 8 ore di viaggio per essere percorsa.

Eppure, non sono mancate proposte simili a quella francese da parte di partiti politici italiani in campagna elettorale. L’Alleanza Verdi e Sinistra, lista che vedeva unite le due compagini di Europa Verde e Sinistra Italiana, ad agosto aveva avanzato la proposta di “Abolire i jet privati”. Un’iniziativa contestata da tutte le altre forze che, contando circa 133 aerei privati nel nostro territorio, ne minimizzavano l’impatto.

Con l’ok dell’Unione Europa per la proposta francese, i verdi italiani ora tornano sui propri passi: “Abbiamo lanciato questa proposta in campagna elettorale, il Governo batta un colpo. L’utilizzo di un mezzo di trasporto a emissioni inferiori è un dovere. Così come lo è impedire l’uso di jet privati, che lo stesso Macron vuole regolamentare, come più volte da noi proposto”.

Non ci resta che attendere e vedere quale sarà la risposta del governo italiano a questo genere di iniziativa.

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